Un sasso in faccia alla panettiera di via Valle
La prima volta risale al 12 febbraio del 2007. L’ultima al 18 ottobre scorso. Quattro anni e mezzo di inferno per Nathalye Boscardin, la 44enne panettiera di via Valle già ospite suo malgrado delle cronache cittadine.
Sono in tutto venti le denunce querele sporte all’autorità giudiziaria. Nessun risultato, se è vero come lo è che mano ignota è entrata in azione anche due settimane or sono e il suo zigomo sinistro ha fermato la corsa di una sasso che la donna afferma essere stato scagliato da una persona nascosta tra le auto. Ma chi può avercela tanto con lei? Viene da chiedersi.
I quattro fogli A4 in cui sono riassunti gli episodi dei quali, insieme al marito e alla figlia, è stata vittima danno conto di un accanimento da guinness. Senza dubbio smisurato. Diversi i tipi di reati denunciati: minacce e lesioni davanti alle quali ha cercato di difendersi installando un impianto di video sorveglianza e acquistando «Brioche», una rottweiler che per qualche tempo ha dissuaso i malintenzionati, ma sulla quale è nata una querelle igienico-sanitaria proprio l’indomani del terzultimo episodio, quello del 21 luglio di quest’anno quando rimase ferita ad un braccio da un oggetto contundente, forse una siringa.
Nel faldone delle sue denunce si legge lo sviluppo del suo inferno: aggredita e ferita due volte nel 2007, dal 2008 la signora Boscardin riceve lettere minatorie, in stile anonima sequestri. Caratteri di giornale per annunciare ultimatum del tipo «se non vuoi fare una brutta fine chiudi o vattene», ma anche per minacciare la morte in caso di ulteriori denunce all’autorità giudiziaria.
Alla panettiera di via Valle più volte è stato consigliato di «lasciare» la città per mettersi in salvo ed evitare le conseguenze estreme annunciate da adesivi a forma di teschio trovati sul parabrezza dell’auto e sulla serranda del suo negozio, «L’arte della panificazione». Oltre a danni fisici chi se la prende con lei ha messo nel mirino anche le sue cose: durante una rapina, persone armate di pistola e spranga, le hanno distrutto l’impianto di videosorveglianza.
In un’altra occasione un pesante oggetto ha sfondato il
parabrezza della sua auto. A conti fatti sono venti gli episodi denunciati: se non è un record ci va molto vicino e di sicuro stimola un paio di domande. Chi può avercela tanto con la signora? Cosa può aver fatto questa commerciante per meritarsi questo trattamento? Quesiti che oggi non hanno risposta.
Pierpaolo Prati
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato