Un pescatore componibile

Il nuovo (orrendo) cappellino dell’Ikea
Il cappello da pescatore dell'Ikea - © www.vogue.it
Il cappello da pescatore dell'Ikea - © www.vogue.it
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Con i primi freddi non si scherza, perché la brezza pungente che ci sferza spietata arriva all’improvviso e se non ci si attrezza si finisce come la cicala canterina con i geloni ai piedi che dalla strada guarda la formica previdente impegnata a preparare una calda minestra nel tepore della sua casa. E così il povero cicorione pan di zucchero, che nei giorni scorsi avevo messo a dimora nel mio orto, ha dovuto fare i conti con l’improvviso abbassamento delle temperature, le foglie hanno smesso di pavoneggiarsi perdendo il loro splendido verde acceso per virare su una tonalità tristemente orientata al marroncino.

Pure io, come un cicorione qualsiasi, ho pagato il crollo della colonnina di mercurio. Spavaldo nonostante le quasi cinquanta primavere (ovviamente portate splendidamente) ho continuato a sfoggiare i miei gilet in cotone impalpabile. Il raffreddore non poteva che essere dietro l’angolo e con lui anche un imbarazzo intestinale. Nella prima notte di sofferenza un incubo ha preso corpo, come in un girone dantesco ero costretto in una corsia dell’Ikea a montare mobili, uno dopo l’altro senza sosta. Come paga al termine di ogni lavoro ricevevo un terribile cappellino da pescatore azzurro in finta paglia con il logo Ikea in bella vista. Un orrore estetico peggiore del supplizio a cui ero costretto.

Una tachipirina mi ha riportato alla serenità del quotidiano. Purtroppo però il cappellino Ikea esiste davvero, l’azienda svedese punta a farlo diventare un cult come le scarpe della Lidl. Perché gli incubi da svegli sono molto peggio.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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