Un modello olimpico per Tav e D’Annunzio
Milano-Cortina è già uno slogan. Un modo di fare più che l’unione di due città. Il simbolo di un’Italia che funziona, di istituzioni che si parlano e lavorano insieme. Il segno che oltre i pantani della burocrazia e delle beghe politiche c’è un sistema paese in grado di mettersi alla prova e di vincere le sfide. Come per Expo, anche l’onda lunga delle Olimpiadi invernali potrebbe toccare Brescia. Nel 2015 vi furono di certo benefici economici, ma il valore aggiunto fu che per la prima volta dopo anni (decenni) il «sistema Brescia» non fu solo una parola, ma un concreto programma d’azione.
Il 2026 potrebbe invece essere l’occasione per sfruttare l’asse lombardo-veneto. Con ricadute economiche e magari qualche evento nelle nostre valli. Ma altri due dossier sono già sul tavolo e, guarda caso, per entrambi si è già evocato lo «spirito» di Milano-Cortina: Tav e aeroporto.
A Verona (l’Arena ospiterà la cerimonia di chiusura di Giochi) c’è già la dead line: l’alta velocità dovrà esser pronta per il 2026. Difficile ma non impossibile. L’altra sfida è il rilancio del D’Annunzio. L’ultima chiamata tenta di mettere in pista un’alleanza tra Verona-Venezia (gli attuali «padroni») e Bergamo (la società che più di altre può far crescere lo scalo), magari coinvolgendo Milano e tenendo conto degli interessi territoriali di Brescia.
Anche qui: difficile ma non impossibile. Di certo Expo e Olimpiadi insegnano che se si vuole vincere, bisogna mettere da parte i campanilismi e trovare il modo di replicare il modello Milano-Cortina.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato