Un mini campus in verticale: così rinasce Porta Pile

Il progetto «vergato» dall’Università degli Studi di Brescia prevede 50 alloggi e spazi per studio, ricerca, musica
Questa la facciata del nuovo residence universitario, con le vetrate al piano terra
Questa la facciata del nuovo residence universitario, con le vetrate al piano terra
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Dedicati a «lei», nei faldoni che albergano tra gli scaffali degli uffici comunali e di quelli universitari, ci sono ricchi dossier di carteggi e corrispondenza. E ora, dopo quindici anni di studi e di progetti preliminari, la sua rinascita diventa finalmente realtà.

«Lei» è la palazzina che sorveglia e riannoda via Porta Pile e via delle Battaglie e che ora (sulla scia di un iter approfondito firmato dall’Università degli Studi di Brescia, guidata dal rettore Maurizio Tira) si prepara a rinascere come un mini campus in verticale. Con spazi pensati prevalentemente per gli alloggi (non a caso si parla di «residenza» inquadrata come «tipologia albergo»), ma anche con corridoi e aree comuni dedicate allo studio e alla ricerca e - per questo - utilizzabili anche da chi frequenta sì il mondo universitario, ma non vive all’interno del residence Porta Pile.

Un investimento, quello per realizzare i lavori del nuovo studentato, che l’Università ha già appostato nel bilancio e che vale circa 4,8 milioni di euro (la cifra esatta sarà confermata solo a iter burocratico concluso). E che, se il cronoprogramma procederà senza intoppi, vedrà apparire il cantiere sul finire del 2019: da lì si scandirà il ritmo per un anno di lavori.

A consegnare alla città un primo «affresco dal futuro» è il progetto di fattibilità tecnico-economica, nel quale si intravede il mini campus che verrà. La struttura accoglierà almeno cinquanta posti-alloggio dotati dei relativi servizi pertinenziali. Tenendo conto che, all’interno del Piano di governo del territorio, le destinazioni d’uso consentite comprendono anche servizi, terziario-direzionale, ricettivo e commerciale. E, infatti, il progetto propone una vera e propria architettura polifunzionale, con percorsi che sfioccano in due direzioni: la prima riservata squisitamente agli utenti della residenza universitaria; la seconda agli utenti dell’Università in generale: coloro che non alloggeranno nelle stanze potranno cioè accedere comunque al campus Porta Pile, usufruendo di un ventaglio di servizi. Non a caso, tutte le attrezzature didattiche e per la ricerca saranno posizionate a piano terra, sul fronte est (lato via Battaglie).

In sostanza: ai piani superiori, dal primo al quarto, troveranno casa le funzioni private (stanze ad albergo); il piano terra sarà una grande vetrina, una sorta di corridoio-ponte tra gli utenti e al piano interrato saranno sistemati i servizi (dai magazzini alle lavanderie). Ad ogni piano, comunque, «al fine di favorire socializzazione e scambio tra gli studenti ci sarà uno spazio comune».

Un tour immaginario nel residence universitario è già possibile descriverlo. Il piano terra sarà diviso in due macro-aree: entrando da via Porta Pile si troveranno hall, portineria-ufficio, deposito biciclette e ascensori e scale per raggiungere i vari settori; opposto all’ingresso, sarà collocata la cucina con l’area collettiva per il pranzo.

Varcando invece la soglia da via Battaglie, ci si troverà nel cuore degli spazi di servizio, in particolare: spazio studio e sala riunioni. Come si diceva, i piani dal primo al quarto saranno adibiti quasi totalmente alle stanze: a singole e doppie si aggiungono alcuni mini-alloggi dotati anche di angolo cottura. Due le note di stile interessanti e originali che caratterizzano il progetto: la distribuzione orizzontale ai piani è garantita da un corridoio ad anello «che si sviluppa attorno al cavedio centrale» e consente così di raggiungere con rapidità, oltre alle camere, anche le altre zone della struttura.

Il corridoio, poi, non sarà (solo) la solita zona di passaggio: ci sarà una sorta di ansa, nella quale sarà creato uno spazio comune di socializzazione nel quale si potranno guardare film o programmi tx, ma impostato anche per potersi ascoltare un po’ di musica.

 

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