Un lago in città per navigare verso il Parco delle Cave

Nel video dei Canottieri tutte le potenzialità di un'area ancora da costruire, ma preziosa per Brescia: il Parco delle Cave.
Un lago in città a Brescia: il Parco delle Cave
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Per chiamarlo parco ci vuole ancora un doppio sforzo. Di fantasia, perché l’area per ora è tutto fuorché un’unità organizzata, e di fiducia, perché sono tanti anni che se ne parla e i passi in avanti, anche se ci sono stati, non sembrano mai decisivi.

Eppure nei giorni scorsi, sabato e domenica, è andata in scena un’anteprima di come potrebbe essere in un futuro il Parco delle Cave, tra San Polo e Buffalora. Una festa organizzata da una rete di associazioni, gruppi culturali e realtà attive in città, riunite nel progetto «Il quartiere come bene comune», gestito da Auser, Anffas, Acli e Uisp, sostenuto da Fondazione Cariplo e dedicato proprio a San Polo e Sanpolino.

Il luogo non è stato scelto a caso: il laghetto di Buffalora utilizzato dal circolo Canottieri di Brescia, vale a dire quella piccola parte di parco che ha già una forma compiuta. La festa, complice il bel tempo, è ben riuscita e ha mostrato quanto di buono si muove nel tessuto sociale cittadino, magari a volte sottotraccia, e i risultati che si possono ottenere quando le forze si uniscono per costruire e condividere.

L’appuntamento, alla seconda edizione, non può che essere di buon auspicio per la conquista di un luogo diviso per ora in frazioni da ricomporre. Un passo avanti in questo senso era stato fatto prima dell’estate con l’acquisizione da parte del Comune di 44.500 metri quadri dal Gruppo Faustini, oltre ai passaggi burocratici per lo sviluppo di una ciclopedonale tra via Cerca e via Brocchi.

Non solo, è attivo il percorso di progettazione partecipata «Segni sull’acqua», in cui i bresciani sono chiamati a dare il loro contributo. Un percorso che è solo all’inizio, ma su cui bisogna insistere per far sì che le immagini che si vedono nel video che vedete in testa all'articolo in futuro possano essere girate anche negli altri laghetti, perché la zona possa passare dall’ipotetico Parco delle Cave al Parco dei sette laghi. È il nome citato anche dal sindaco Del Bono, che nei giorni scorsi, inaugurando la festa, ha prefigurato il percorso amministrativo: definizione del progetto nella variante del pgt, acquisto delle aree dai proprietari, concertazione con i privati e con i Comuni confinanti. Facile? Per nulla. Anche considerando alcuni aspetti delicati, come l’approfondimento dell’esatta situazione ambientale dei laghetti. Ma, al pari della Polveriera, è un progetto irrinunciabile per una città come Brescia, in cui alla parola ambiente segue immediatamente la parola guai. In questi casi, per fortuna, si tratta di opportunità.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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