Un gioco sul tatami per educare i bambini

MANERBA DEL GARDA Si chiama gioco judo ed è rivolto ai bambini in età prescolare dai 3 ai 5 anni. Nel corso di gioco judo, ai bambini viene insegnata una forma di gioco che li porta a imparare a cadere sul tatami (la materassina per la pratica del judo), a sfogare il loro bisogno di lotta, imparando però a controllarne gli effetti e soprattutto a prendere coscienza del proprio corpo e delle proprie possibilità.
Questa particolare disciplina sarà una delle prerogative della Garda Judo di Manerba guidata dall'istruttore quarto dan Mao Laouiti, che al pari di altre palestre di judo avvicina i giovani a questa disciplina con una formula divertente. «Il Judo gioco sarà una delle nostre principali attività oltre alla creazione di un gruppo agonistico giovanile e dell'attività preagonistica rivolta ai ragazzi fino agli 11 anni».
«Arrivare a dare incondizionatamente, senza nulla in cambio» è l'idea fondamentale alla base del judo.
«È uno sport che permette di migliorare se stessi e le relazioni con gli altri - spiega Laouiti - poiché equilibra corpo (fisicità), cuore (anima, spirito, affettività) e mente (razionalità). Per questo motivo è una pratica particolarmente indicata ai bambini, perché è uno strumento educativo che insegna valori come la sincerità, l'armonia, la decisione, il coraggio e il rispetto verso l'altro».
Le lezioni si susseguono in maniera crescente sia per intensità che per tipologia di esercizi. Nella prima parte del corso si apprende la conoscenza della palestra, in questo caso la struttura di via Campagnola 8 a Manerba, del tatami e dei compagni con i quali si interagisce.
Successivamente tramite giochi educativi si imparano le prime cadute e il contatto con il terreno (materassino). «La caduta è una delle prime cose che si devono apprendere - spiega l'istruttore federale Laouiti - la paura di cadere che è presente in ognuno di noi, diventa un gioco e svanisce e con essa anche il rischio di farsi male».
Tramite esercizi educativi si apprende il contatto con gli altri bambini e l'utilizzo corretto delle proprie forze per non far del male (anche in maniera involontaria) agli altri (contrariamente a quello che si può pensare il combattimento non implica mai violenza, ma il suo contrario), trasformando l'energia in aiuto e rispetto per i compagni. Seguendo le regole dei giochi e delle didattiche comportamentali, il bambino impara giocando, la lotta a terra e le prime tecniche di lotta (educativa) in piedi. Alla fine del corso il bambino sarà in grado di rapportarsi in maniera diversa con i compagni e sarà pronto per frequentare un corso di judo a livello elementare. «Dò un consiglio a genitori e ragazzi - dice Laouti - lasciate per un giorno il Pc e dedicate qualche ora a conoscere il gioca judo. Aiuta a crescere e migliorarsi».
Paolo Venturini
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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