Un Capitolium tutto fatto di Lego per Brescia Capitale della Cultura
Seicento mattoncini Lego danno vita a uno dei simboli di Brescia: il Capitolium. A realizzarlo è stato Gabriele Bonzi, di casa a Castenedolo, e da sempre appassionato di Lego. La sua creazione è stata scelta da Lego Italia come simbolo di Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura 2023 e ora sarà esposta nello store della città, in corso Zanardelli, oltre che in diversi luoghi particolarmente significativi della Leonessa. Inoltre, se dovesse raccogliere 10mila voti - obiettivo ambizioso ma nonn impossibile - Lego potrebbe mandarlo in produzione. Si vota sulla pagina Lego Ideas dedicata al progetto.
A partire dalle colonne sono stati ricreati i colori del sito archeologico di via dei Musei. Il bianco del marmo del tempio originario è stato alternato con l’arancione delle parti ricostruite. Mattoncini bicolore hanno riprodotto in miniatura non soltanto timpano e colonne ma anche le tre celle che ospitavano la triade capitolina, così da essere quanto più fedele possibile alla versione originale. Tra le colonne sono state inserite inoltre delle mini statue per rendere ancora più suggestivo il set e aggiunti dettagli come pezzi che riproducessero ghiaia e spiazzi erbosi.
Per la realizzazione del lavoro Gabriele Bonzi ha impiegato un paio di mesi, necessari a reperire i pezzi, a progettare l’idea e concretizzarla. «La passione per i Lego - racconta - è cominciata quando ero bambino; da grande l’ho per così dire ripresa in mano. Ho tratto tanti spunti in occasione di esposizioni locali alle quali ho partecipato, come quelle che vengono organizzate a Castenedolo da un paio di anni. Da lì mi sono cimentato nella realizzazione di scenari tratti da Harry Potter e ho ampliato le mie conoscenze in materia, confrontandomi anche con altri appassionati espositori».
Oltre al Capitolium Bonzi ha realizzato anche altri monumenti simbolo di Brescia: il Duomo, le Poste di piazza Vittoria e la facciata di palazzo Loggia. Un suo canale Instagram racconta i lavori che, di volta in volta, il castenedolese realizza: la pagina si chiama g.b.bricks.
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