Udc con Paroli per altri cinque anni
Era nell'aria ma ora è ufficiale. L'Udc, contrariamente a quanto accade a livello nazionale e regionale, resta a Brescia nella coalizione di centrodestra. Lo fa sostenendo il sindaco Paroli alle prossime elezioni comunali, dando così continuità all'esperienza di governo cittadino già sperimentata in questi ultimi cinque anni.
Vi sono motivazioni prosaiche e motivazioni politiche che hanno sicuramente pesato sulla scelta ufficializzata ieri dal segretario provinciale, Gianmarco Quadrini, supportato per l'occasione dalla pattuglia centrista già presente in Loggia e dal coordinatore cittadino Petriccione.
Quadrini conferma la bontà dell'operato di Paroli: «Con cui abbiamo lavorato bene e per cui, all'interno della coalizione di governo, abbiamo svolto il ruolo di bilanciamento rispetto ad altre forze politiche». Una posizione supportata in maniera decisa, innanzitutto dal capogruppo in Loggia, Andrea Bonetti (che da tempo ha annunciato che non si ricandiderà). Bonetti ripercorrendo i cinque anni al fianco di Paroli ha ricordato: «Siamo partiti con un programma che ha fatto sognare, poi con l'arrivo della crisi, l'Amministrazione ha saputo fare scelte realistiche, mantenendo la possibilità di realizzare le grandi opere inserite nel Pgt, ma soprattutto non tagliando fondi per i servizi sociali».
Su cosa punterà immediatamente l'Udc è stato Giovanni Aliprandi a illustrarlo: «Sulle delibere attuative del welfare comunale, sull'ambiente per fronteggiare le criticità di San Polo e Caffaro e sull'analisi puntuale dello stato dei trasporti pubblici ora che è in funzione la metropolitana».
Da parte sua anche l'assessore Ambrosi, che negli ultimi due anni e mezzo ha preso il posto in Giunta di Nicola Orto ha fatto il punto sul suo operato per ciò che riguarda le politiche giovanili: «Abbiamo avviato un lavoro capillare per mettere in rete il mondo dei giovani con quello delle imprese e del lavoro. Il nostro impegno però per essere davvero efficace deve potersi sviluppare sul medio periodo, deve proseguire dunque per altri cinque anni».
Il coordinatore cittadino Giovanni Petriccione annuncia, poi, che «l'Udc nei prossimi giorni si siederà al tavolo di lavoro per la stesura del programma del sindaco Paroli».
Questo permette di ragionare sulle motivazioni politiche che hanno spinto i centristi a restare nell'alveo del centrodestra. L'alta friabilità del rassemblement montiano a Brescia ha avuto come effetto una divisione di partenza tra gli attori protagonisti di Scelta civica. Questo ha rinfrancato Quadrini fermamente convinto del fatto che l'Udc valga più dell'1,8% ottenuto alle ultime elezioni. E se da un lato il tentativo di coagulare attorno a sé tutte le forze moderate cittadine è fallito «per eccessivi personalismi», dall'altro il tentativo di Paroli di ispirare la sua strategia incarnando il punto di riferimento del blocco moderato conservatore, oltre i partiti, potrebbe garantire un buon risultato ai centristi. Quadrini lo dice così: «Chi ha scelto Monti, potrebbe tornare a votare Udc, sarebbe un ritorno a casa».
Carlo Muzzi
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