Ucciso per 300 euro, l'omicida: «Chiedo scusa»

Lamberto Lombrici ha scritto alla madre di Guido Bettoni: missiva agli atti
Omicida. Lamberto Lombrici
Omicida. Lamberto Lombrici
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Le scuse sono agli atti.

«Chiedo perdono per quello che ho fatto. So che suo figlio non tornerà più per colpa mia» ha scritto Lamberto Lombrici in una lettera inviata alla madre di Guido Bettoni.

Il primo è l’assassino del secondo, ucciso in casa a coltellate al termine di un litigio la sera del 28 luglio, poi nascosto in auto e infine sepolto, il 29 luglio, dove nessuno sarebbe mai riuscito a trovarlo.

È la cronaca di quanto accaduto l’estate scorsa tra Brescia, nella lussuosa villa di via Benacense in città di proprietà della famiglia della vittima e le campagne tra Castenedolo e Ghedi dove lo stesso assassino dopo aver confessato nella notte tra l’uno e il due agosto ha condotto gli inquirenti a distanza di qualche giorno dalla denuncia di scomparsa sporta dalla madre di Bettoni ai carabinieri. Ieri mattina davanti al gip Anna Di Martino è iniziato il processo in abbreviato per omicidio.

Sono stati sentiti i consulenti medici della difesa, della parte civile e della Procura.

«Le ferite refertate sulle mani e sulle braccia dell’odierno imputato la sera del primo agosto sono compatibili con gesti da difesa». Poi ha preso parola Lamberto Lombrici che ha consegnato al giudice la lettera inviata alla madre della vittima un mese fa dopo averla tenuta in un cassetto da dicembre. Scritto nel quale manifesta angoscia per la vicenda e per aver procurato dolore alla famiglia dell’amico ucciso. I due erano soci in affari di droga, come lo stesso imputato ha confermato in aula quando ha ricostruito la sera del delitto.

Bettoni spacciava e Lombrici consegnava cocaina ai clienti della Brescia bene.

La sera del 28 luglio - ha raccontato - il litigio è nato per 300 euro. «Non si fidava più di me, era diventato paranoico, diceva che facevo la cresta sui soldi delle dosi e che quei 300 che gli stavo consegnando li avevo vinti alle slot machine e che non arrivavano dalla droga» la versione dei fatti fornita in udienza. Bettoni avrebbe poi minacciato Lombrici con un coltello da cucina, i due si spintonano per tutta la casa fino a quando la lama trafigge la vittima. «Ho capito di averlo ucciso quando non ha più opposto resistenza» ha spiegato.

 

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