Uccisero l'ultrà del Brescia, presi dopo 7 anni
Dopo 7 si chiude il cerchio intorno al mandante e al sicario che freddarono Giovanni Ragnoli con sei colpi di pistola, sulla sua porta di casa a Roncadelle.
A darne notizia i carabinieri del Comando provinciale di Brescia che dopo una lunga e laboriosa attività investigativa hanno dato esecuzione ad un ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Ufficio GIP del Tribunale di Brescia nei confronti di due persone ritenute responsabili a vario titolo dell'omicidio di Giancarlo Ragnoli.
Era il primo pomeriggio del 6 gennaio 2005 quando un uomo si presentò alla porta del Ragnoli, 42 anni. (nella foto l'ingresso di casa, luogo dell'omicidio), all'epoca agli arresti domiciliari, esplodendogli sei colpi di pistola. La vittima colpita al torace, all'addome e ad una gamba morì poco dopo l'arrivo dei soccorsi.
In manette sono finiti Gianluigi Dordi e Davide Bettera, ovvero uno dei due mandanti ed esecutore materiale dell'omicidio. Tutto nasce da una storia di vendette trasversali, con una persona che si rivolge al Ragnoli per avere "aiuto" in quanto ferito con arma da taglio dal Dordi. Ragnoli quindi con un fucile a canne mozze spara e ferisce Dordi. Quest'ultimo, insieme ad un altro mandante di cui non è stato fatto il nome, decide di "farla pagare" a Ragnoli; i due conoscono Davide Bettera e gli danno 12mila euro perché spaventi Ragnoli. Spevento che il 6 gennaio 2005, giorno di Brescia-Bologna che la vittima sta seguendo in tv, si trasforma in sei colpi di pistola fatali.
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