Uccise la Cantamessa, no al permesso di soggiorno a Vicky

Rigettato il ricorso presentato da Vicky Vicky contro la Questura di Bergamo che aveva respinto l’istanza di rinnovo del permesso di soggiorno
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Il Tar di Brescia ha rigettato il ricorso presentato da Vicky Vicky contro la Questura di Bergamo che aveva respinto l’istanza di rinnovo del permesso di soggiorno. Vicky Vicky è stato condannato a 23 anni e 20 giorni di carcere per l’omicidio del dottoressa Eleonora Cantamessa, travolta e uccisa a Chiuduno nella Bergamasca l’otto settembre 2013 dopo che il medico si era fermata per soccorrere un gruppo di indiani protagonisti di una rissa in strada.

“L’omicidio volontario è senza ombra di dubbio reato ostativo al rinnovo del permesso di soggiorno, che non richiede alcuna ulteriore valutazione in ordine alla pericolosità sociale del responsabile, che deve ritenersi in re ipsa attesa l’estrema gravità del reato stesso” scrive in sentenza il Tar di Brescia.

L’avvocato Bendetto Maria Bonomo, legale di Vicky Vicky aveva presentato ricorso spiegando che  “il decreto è basato unicamente ed in via automatica sulla condanna subita (peraltro non definitiva), senza operare alcuna valutazione in ordine all’inserimento sociale dell’interessato, alla durata della permanenza in Italia ed alla sua situazione familiare e lavorativa; in particolare - ha aggiunto l’avvocato Bonomo - il ricorrente ha moglie ed una figlia ed il suo nucleo familiare è composto anche dai membri della famiglia del fratello defunto negli stessi fatti di cui alla condanna subita”.

Per il Tar di Brescia però “le modalità e circostanze specifiche, oltre che il contesto, in cui si sono svolti i gravissimi fatti che hanno portato alla uccisione di due persone ed al grave ferimento di altre costituiscono idonei elementi di valutazione che non lasciano dubbi ai fini del giudizio di pericolosità sociale dell’interessato”.   

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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