Truffe e rapine, in manette banda sinti
La Polizia di Stato di Brescia ha eseguito una decina di arresti e perquisizioni nelle province di Brescia, Mantova, Bolzano e Venezia a carico di una banda di zingari «sinti», di cittadinanza italiana, dediti a truffe, furti e rapine. L’indagine condotta dalla Squadra Mobile di Brescia assieme a quella di Trento, con l’ausilio del Reparto Prevenzione Crimine «Lombardia» e di un’unità di elicotteristi, ha portato al sequestro di lussuose ville, denaro contante, quadri ed altri oggetti di valore ed autovetture di lusso, come Ferrari, Bentley, Jaguar.
Nessuno degli zingari proprietari di tali beni è risultato svolgere attività lavorativa o aver mai presentato dichiarazione di redditi e le ricchezze, quantificate in almeno 8 milioni di euro, vengono considerate dagli inquirenti provento di arricchimento illecito.
Una quarantina le truffe perpetrate dal gruppo criminale ai danni di imprenditori che venivano anche picchiati e minacciati di morte per non denunciare i fatti. Denunce che spesso nonvenivano presentate dagli imprenditori anche perchè le ingenti somme di denaro truffate erano soldi in nero.
Tra le vittime ci sarebbe anche il bresciano Dario Bonetti, l’ex calciatore di Roma, Sampdoria, Milan e Juve, attualmente allenatore della Dinamo Bucarest, caduto nella rete della lunga serie di truffe operate dalla banda. L’uomo, secondo quanto si è appreso, è rimasto vittima di una truffa nel 2010, quando si è recato nella villa dei nomadi per vendere la sua auto, una Porsche, ed è stato raggirato di una cifra portata in contanti, circa 10 mila euro, che secondo quanto da lui spiegato sarebbe dovuta servire a pagare un acconto per una permuta con un’altra vettura.
Una truffa che si era interrotta sul nascere, rispetto ad altre molto più ingenti messe a segno ai danni di imprenditori e uomini d’affari per cifre molto superiori, da 500 mila e anche 1 milione di euro.
Durante il sequestro di beni di lusso, tra cui diverse supercar, la gente del posto ha applaudito gli agenti che stavano eseguendo l’ordine dell’autorità giudiziaria. E' accaduto a Soiano del Lago, dove viveva una delle famiglie coinvolte dall’operazione della Squadra Mobile di Brescia. Così, al momento di caricare le auto sulle bisarche tra la piccola folla radunata davanti all’abitazione, richiamata dalle sirene della polizia e dal rumore degli elicotteri, è partito un lungo applauso verso i poliziotti.
Il Questore di Brescia, Lucio Carluccio, si è complimentato con il personale della Squadra Mobile. Il sequestro di beni è ritenuto dalla Polizia di Stato una linea d’azione strategicamente vincente nella lotta alla criminalità perché incide in maniera determinante sul fine sostanziale di ogni attività delinquenziale: quello del profitto.
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