Trovata la scatola nera di uno dei Tornado caduti
LA SCATOLA NERA. Le ricerche proseguono senza sosta. Ma anche ormai senza più speranza di trovare in vita i due piloti dei quattro precipitati con i loro Tornado nei cieli di Ascoli Piceno dei due che mancano all’appello. Forse però ora qualche risposta in più potrà venire circa l'esatta dinamica dell'accaduto: è stata infatti rinvenuta tra i rottami sparsi sulle colline dell'Ascolano la scatola nera di uno dei due Tornado caduti martedì pomeriggio mentre erano in volo per una missione addestrativa. La scatola nera, che in realtà è di colore arancione, è stata avvistata dall’alto e viene ora recuperata da un mezzo aereo con un verricello. La strumentazione che ha registrato l’attività di volo dei due caccia verrà poi presa in consegna dall’Aeronautica. È stata ritrovata tra le località di Tronzano e Casamurana, nella stessa zona dove era stato recuperato un battellino che a prima vista era sembrato un paracadute.
LE RICERCHE. Le squadre dei soccorritori sono all’opera ormai da 48 ore. Dopo le fasi più delicate, con i roghi e i focolai a ostacolare l’avanzamento delle unità di terra, canadair e elicotteri antincendio hanno avuto ragione delle fiamme che i rottami dei due cacciabombardieri hanno disperso su chilometri di territorio boschivo sulle colline tutt’attorno al capoluogo marchigiano. Mercoledì il ritrovamento dei corpi senza vita di due piloti, entrambi di sesso maschile, rinvenuti a 800 metri di distanza tra di loro, e tuttora senza un’identità certa, assieme a due caschi, un tesserino identificativo, un seggiolino eiettabile e un frammento di salvagente. Alle ricognizioni aeree – condotte anche con un drone dell’Aeronautica militare decollato da Amendola (Foggia) – si sono poi unite le squadre di Soccorso Alpino, Vigili del Fuoco, Carabinieri, Polizia, Protezione civile oltre ai Fucilieri dell’Aria dell’Arma azzurra. Ricerche che assicurano le forze in campo saranno a oltranza, fino al ritrovamento dei corpi o fino a quando sarà ragionevole cercare. E proprio da terra oggi si procede con una impressionante battuta che coinvolge 160 uomini chiamati a battere palmo a palmo un’area boschiva vasta 46 ettari.
LE INCHIESTE. Intanto la Procura di Ascoli, in parallelo con la Procura militare di Verona, ha avviato un’inchiesta per disastro aereo colposo. La Procura militare di Verona ha aperto un fascicolo a carico di ignoti relativo alla distruzione di beni militari. Lo conferma il procuratore militare Enrico Buttitta che coordina le indagini. Saranno sentiti alcuni ufficiali dell’Aeronautica Militare e verranno acquisiti documenti per cercare di fare luce sull’accaduto. È intenzione del magistrato militare raccogliere quanti più elementi utili alle indagini: testimonianze, foto, filmati, piani di volo e dati di controllo del traffico aereo, oltre alle scatole nere dei velivoli. Sulle ipotesi al vaglio per spiegare le ragioni della tragedia, il procuratore non si sbilancia. «Stiamo valutando tutte le ipotesi» ha dichiarato il procuratore militare, mentre fonti investigative della Procura marchigiana fanno sapere che «l'ipotesi prevalente è quella dell'errore umano». Sempre la Procura di Ascoli Piceno ha frattanto l’esame del Dna sui resti semicarbonizzati dei due piloti recuperati ieri nell’area in cui sono precipitati i due Tornado militari scontratisi in volo due giorni fa nei pressi di Ascoli Piceno. I resti, appartenenti a due uomini, sono irriconoscibili e non è stato possibile fino ad ora identificarli.
A GHEDI. Ma quello di oggi è soprattutto il giorno del dolore per l’Aeronautica Militare che si sta stringendo nel più assoluto silenzio per esprimere tutta la vicinanza ai familiari dei propri uomini, che da dispersi vengono ormai considerati quasi con certezza vittime. Epicentro di questo dolore è l’aerobase di Ghedi. Dove le bandiere sono a mezz'asta e l'attività ridotta. E dove ieri sono giunti i familiari dei capitani Paolo Piero Franzese, Mariangela Valentini e Giuseppe Palminteri, mentre ad Ascoli erano quelli del capitano Alessandro Dotto. “E’ il momento del cordoglio” ha aggiunto da parte sua il capo di stato maggiore dell’Aeronautica Pasquale Preziosa, giunto in mattinata a Ghedi dove ha incontrato i parenti degli ufficiali precipitati. Dove tutti attendono che un miracolo riaccenda le speranze.
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