Triplicati i morti in montagna nel 2023: gli interventi del Soccorso alpino
Sono 21 le persone morte in montagna nel 2023 (su 261 interventi totali), più che triplicate rispetto all'anno precedente quando sono state 6 (su 229), mentre nel 2021 furono 12 (su 215) e 16 nel 2020 (su 224). Cadute, scivolate e malori: sono queste le principali cause delle richieste d’aiuto alla delegazione bresciana del Cnsas (Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico).
Gli interventi
Come si diceva, le principali cause per numero di persone soccorse riguardano la caduta 112 (43,9%), la scivolata 26 (10,2%) e interventi dovuti a malore 23 (9,0%). «Significativo il dato di 20 persone soccorse per perdita dell’orientamento - specificano i tecnici -, 17 per incapacità, 5 per ritardo, una per sfinimento, tutte situazioni che si possono in gran parte prevenire con un approccio più attento all’andare in montagna».
Tra gli interventi anche 8 persone precipitate e 7 soccorse per caduta sassi. Il totale di ore di lavoro dei soccorritori è di 5401, di cui 270 svolte da medici e infermieri del Cnsas, mentre i soccorritori sono stati attivati 1117 volte.
Dove e chi
A livello locale, le sette stazioni che operano in provincia di Brescia registrano rispettivamente: Breno 73 interventi, Edolo 29, Media Valle Camonica 7, Ponte di Legno 37, Temù 11, Val Sabbia 64, Val Trompia 40. Se si considera l’attività coinvolta, prevale l’escursionismo, con 108 persone soccorse (6,3%); a seguire mountain bike 20 (1,2%); auto-moto 11, lavoro 10, alpinismo 9, residenza in alpeggi 9, ferrate 8, funghi 6, sci alpinismo 6, caccia 4, arrampicata sportiva e turismo 2.
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