Trentacinque anni, residente a Dubai: bresciano vaccinato
In piena terza ondata ha preso armi, bagagli e famiglia e si è trasferito all’estero. E il 23 marzo ha ricevuto la prima dose di vaccino. Storia di un italiano che ha lasciato il Paese anche per una questione sanitaria.
Andrea Bosetti, 35enne imprenditore nel settore del marketing digitale e social, da dicembre vive a Dubai con la moglie e le due figlie piccole, «che stiamo pensando di iscrivere a scuola qui», racconta al telefono. Poi entra nel vivo della questione vaccini. «Per prima cosa è una fake news quella che uno viene a Dubai, si vaccina e torna a casa. Per poter essere vaccinati bisogna essere residenti. Gli unici che per ora possono farlo. Con residenti si intende possessori di regolare visto ed Emirates id. Non visto turistico per intenderci».
Mentre sua nonna a Brescia ha ricevuto il vaccino da pochissimo, i genitori sono in attesa e non sanno come e quando potranno vaccinarsi, lui ha già in calendario la seconda dose: «il 14 aprile». Rispetto all’Italia, dove la scelta è affidata al medico, a Dubai è il paziente che decide quale vaccino farsi inoculare. «Sputnik , Pfizer, Astrazeneca e Sinopharm. Ci sono tutti e tutti i vaccini qui sono consigliati nello stesso modo, anche se la stragrande maggioranza è Sinopharm. Io - spiega il bresciano - ho scelto Pfizer per una questione di tranquillità con l’Europa, mentre mia moglie ancora non può vaccinarsi perché sta allattando».
Dalla sua abitazione sul Golfo Persico guarda a quello che succede in Italia e alla gestione della campagna vaccinale. «Qui un’altra cosa che non è stata fatta è la selezione. La quantità di vaccini sempre presente ha permesso di far vaccinare chi voleva dei residenti. Non si è dovuta fare una scelta come succede in Italia anche se - ammette Bosetti - ovviamente il paragone tra i due paesi è difficile da fare per via delle differenze demografiche e di quantità di popolazione». Anche a Dubai però il vaccino è gratis. «Si prenota da app o walk in e ci si presenta all’appuntamento». Non proprio come in Lombardia in queste ultime settimane.
«Il sistema informatico e informativo credo sia una delle basi dei problemi dell’Italia, non certo la volontà di un eccellente personale sanitario invidiato dal mondo. Credo purtroppo che una delle principali inefficienze del nostro Paese sia il sistema digitale. Qui l’organizzazione è perfetta. Segno che Dubai non è solo vip, viaggi fuori quarantena e feste».
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