Treni puntuali? Ormai è un'utopia
Potete chiedere a qualunque pendolare. La risposta sarà sempre la stessa: meglio pagare un abbonamento intero ma arrivare in orario, magari su un treno fresco d’estate e caldo d’inverno. Invece i numeri dicono tutt’altro: più ritardi, più soppressioni e quindi più bonus per i viaggiatori, un indennizzo che la Regione riconosce agli abbonati in caso di non rispetto di alcuni «standard di affidabilità». E, inutile dirlo, l’affidabilità di Trenord è in picchiata. I dati sono impietosi.
Nel Quadrante est, quello che coinvolge le linee che interessano Brescia, nel primo trimestre del 2018 un treno su tre è arrivato con oltre 5 minuti di ritardo e un treno su 12 è stato soppresso. Nelle ore di punta la percentuale di treni in orario è scesa al 54% sulla linea per Bergamo, al 62% su quella per Parma, al 42 per Milano. E se la situazione sulla Brescia-Milano è in gran parte figlia della tragedia di Pioltello, la situazione più critica resta quella della Brescia-Parma. (Si salva solo la Brescia-Iseo-Edolo).
«Mi vergogno» aveva sospirato il presidente Fontana, chiedendo ai pendolari ancora un po’ di pazienza in vista di una «svolta vicina». Lunedì il governatore incontrerà il numero uno delle Ferrovie Renato Mazzoncini per trovare una via d’uscita alla situazione di stallo che si è creata in Trenord, una partnership 50-50 tra Regione e Fs che pare destinata a finire, con la separazione delle linee e delle gestioni.
La debacle del 21 giugno e poi ancora quella di martedì è la conseguenza di una malattia che si trascina da tempo: treni vecchi, rete da ammodernare, carenza di personale. Già il 26 giugno 2017, l’ad di Trenord Cinzia Farisè, aveva scritto all’allora governatore Roberto Maroni per denunciare che «la vetustà del materiale rotabile ha già raggiunto limiti insostenibili su alcune flotte». Dopo un anno le cose sono peggiorate. Ormai ritardi e bonus sono diventati «strutturali». Anche l’abbonamento di luglio sulle linee tra Brescia e Cremona, Parma, Bergamo o Milano è scontato del 30% per i ritardi di aprile: le biglietterie automatiche ormai fanno lo sconto di default. Per l’assessore regionale alla mobilità Claudia Terzi ormai «il punto di non ritorno è stato oltrepassato». Già. Non basta più uno sconto. La vera rivoluzione sarebbe avere i treni in orario.
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