Tre denunce uguali: «Mi ha dato da bere e mi sono svegliata senza vestiti»

Tre racconti sovrapponibili per tempi, dinamica e protagonista. Tre ragazze che non si conoscono tra loro, ma che si ritrovano a puntare il dito contro la stessa persona. Una quarta giovane che ricorda molti dettagli, ma che non vuole denunciare. E altre che potrebbero sapere ma che ad oggi restano nell’ombra.
Sono gli ingredienti di una vicenda che la Procura vorrebbe archiviare non perché non creda alle presunte vittime, ma perché al momento «non emergono elementi sufficienti per sostenere efficacemente l’accusa in giudizio».
Le accuse
Nel registro degli indagati è finito il nome di un barista della città accusato di «abusi sessuali compiuti mediante ricorso ad alcolici o narcotici». Le ragazze che hanno sporto denuncia hanno di fatto raccontato di aver vissuto lo stesso tipo di serata, quando il barista le invita a casa e offre loro un cocktail «nel quale aggiungeva qualche ingrediente che non so specificare» hanno tutte messo a verbale. Pochi minuti dopo aver bevuto «sarebbero cadute in un sonno profondo e si sarebbero svegliate la mattina seguente disorientate e spossate» come si legge dagli atti di indagine.
E siamo ai dettagli: una delle denuncianti spiega di «essersi svegliata senza i pantaloni e di aver ricordato il giorno seguente, una serie di flash del barista che durante la notte la palpeggiava». Un’altra giovane ai carabinieri dice: «mi sono svegliata senza calze e ricordo che lui mi aveva svestita senza che potessi impedirglielo».
Alla richiesta di spiegazioni da parte delle ragazze il barista risponde: «Eri ubriaca, ti sei addormentata e ti ho tolto pantaloni e calze solo per farti dormire più comoda». Il racconto più preciso è quello della giovane che alla fine deciderà di non denunciare. «Le sue dichiarazioni sono particolarmente interessanti da un punto di vista investigativo» ammette il pm titolare dell’inchiesta. Lei passa tre sere - in periodi diversi - a casa del barista e l’ultima sceglie, alla luce delle due precedenti esperienze segnate dallo stordimento, di non assumere alcolici per tutta la sera.
«L’indagato, una volta la donna a letto, le avrebbe sfilato una calza dal piede e, ritenendo che dormisse, avrebbe verosimilmente compiuto un atto di autoerotismo interrompendosi solo dopo che la ragazza mostrava di poter essere sveglia». Per la Procura tutti gli elementi raccolti non bastano e per questo ha chiesto l’archiviazione al gip.
L’appello
«Da parte nostra presenteremo sicuramente opposizione perché riteniamo necessario che sulla vicenda sia fatta piena luce» commenta l’avvocato Matteo Domenighini che lancia poi un appello. «Visto il presunto comportamento sistematico dell’indagato, il timore è anche che ci siano altre vittime che magari finora hanno avuto paura di uscire allo scoperto. Il loro racconto potrebbe essere decisivo perché sia fatta chiarezza e per evitare che cose simili possano continuare a succedere».
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