Tre anni senza Nadia Toffa: «Ti ricordiamo con il sorriso da guerriera che non hai perso»
Tre anni fa moriva Nadia Toffa, la giornalista bresciana e conduttrice de Le Iene, la cui storia ai tempi ha commosso tantissime persone e oggi continua ad avere un legame forte con la sua città.
Vive, Nadia Toffa, nella fondazione che porta il suo nome: Fondazione Nadia Toffa, una onlus che sostiene la ricerca soprattutto in campo oncologico. A inizio luglio è stato raggiunto l’obiettivo di una raccolta fondi lanciata il giorno del compleanno di Nadia per acquistare un ecografo e un neuronavigatore al reparto di neurochirurgia oncologica degli Spedali Civili di Brescia. Ed è la Fondazione a ricordarla per prima oggi con un post su Instagram: «Oggi più che mai vogliamo ricordarti con il tuo sorriso da guerriera che non hai mai perso. Rimarrai sempre nei nostri cuori, Nadia!».
In tarda mattinata è arrivato anche il messaggio della redazione de Le Iene, che in questi anni ha sempre ricordato la collega con affetto.
Forse qualcuno potrebbe pensare che hai perso, ma chi ha vissuto come te NON PERDE MAI.
— Le Iene (@redazioneiene) August 13, 2022
Tre anni fa, il 13 agosto, ci lasciava la nostra Nadia.
Oggi come ogni giorno ci manchi immensamente. pic.twitter.com/uzMZoyK3Mt
Toffa era nata a Brescia il 10 giugno del 1979. Dopo l’Arnaldo, ha studiato Lettere a Firenze per poi iniziare la carriera televisiva in emittenti locali, tra cui Retebrescia. Alle Iene arrivò nel 2009, dove si fece presto conoscere con servizi sulla mala sanità, sull’inquinamento, sulla camorra. Il tema che le era caro era la ludopatia, cui aveva dedicato nel 2014 il libro «Quando il gioco si fa duro» e per cui si era spesa anche in prima persona. Cominciò a condurre il programma nel 2016 con Pif e Geppi Cucciari e da allora rimase uno dei volti principali de Le Iene.
Nel 2017 le venne diagnosticato un glioblastoma, un tumore cerebrale. Iniziò le cure e tornò a lavorare dopo due mesi. La sua storia l’ha raccontata in un libro, «Fiorire d’inverno», che la trasformò in un riferimento per altri malati come lei. Della sua malattia parlava spesso sui social, senza filtri, cercando sempre di lanciare un messaggio positivo. Morì alla Domus Salutis e ai suoi funerali in Duomo parteciparono migliaia di persone, compresa la redazione de Le Iene. Il suo spirito audace le è valso anche il riconoscimento più prestigioso a Brescia, il Grosso d’Oro, che mamma Margherita ha ricevuto il 20 dicembre 2019 al Teatro Sociale durante la cerimonia di consegna del Premio Bulloni.
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