Trasfusioni con sangue infetto, l'attesa vana dei risarcimenti

Undici bresciani ricorrono al Tar per ottenere un risarcimento che non arriva dal Ministero della salute
TRASFUSIONI CON SANGUE INFETTO
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Hanno subìto trasfusioni con sangue infetto, ma il Ministero della Salute non ha ancora pagato il risarcimento stabilito dalle sentenze del Tribunale del lavoro di Brescia. Il caso che riguarda undici bresciani, uomini e donne, affetti da epatite contratta dopo trasfusioni di sangue in strutture ospedaliere bresciane nei primi anni del Duemila. 

Le undici persone domani si presenteranno davanti al Tar di Brescia per chiedere, attraverso l'avvocato bresciano Alessandro Boldini, che il Ministero ottemperi al pagamento degli indennizzi stabiliti dalle sentenze in sede civile. Si tratta di risarcimenti tra i 15 mila e i 30 mila euro, in base alle legge del 1992 che prevede indennizzi «per i danneggiati da complicanze di tipo irreversibile causate da vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni di sangue ed emoderivati».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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