Transizione ecologica, Brescia entra nella «top ten» nazionale

Presentato il rapporto che misura lo sviluppo sostenibile dei territori: Brescia prima in Lombardia
BRESCIA VERSO LA SVOLTA GREEN
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Brescia è la provincia delle grandi criticità ambientali, spesso figlie del passato industriale di questo territorio. Ma Brescia vuole anche essere una delle capitali della «sostenibilità» (il progetto Futura - Economia per l’Ambiente va in questa direzione) e i bresciani sono tra i cittadini più consapevoli della necessità di una «svolta green».

Una fotografia confermata anche dal primo rapporto Censis-Green&Blue, lo studio dell’istituto di ricerca che misura il grado di «transizione ecologica» delle province italiane, presentato ieri nell’ambito del festival «Green & Blue» del gruppo Gesi.

La classifica dice che Brescia è nella top ten nazionale, prima in Lombardia, terza tra le province con più di 500mila abitanti.

Il report

Il rapporto, spiega Giorgio De Rita, segretario nazionale del Censis, nell’introdurre lo studio, «permette di tracciare i confini nella conoscenza e nelle aspettative che gli italiani ripongono sul processo di transizione ecologica e, allo stesso tempo, di definire una metrica del suo grado di avanzamento, basata su quanto è stato fatto negli ultimi anni rispetto ai grandi traguardi globali e, soprattutto, all’effettivo conseguimento dei più minuti risultati locali».

Il Censis ha definito un indice, il Green&Blue Index, utilizzando 26 indicatori articolati in tre macro-aree: il «contesto», che tiene conto ad esempio dei passeggeri del trasporto pubblico, della qualità dell’aria, della dispersione idrica, del verde per abitante o della produzione di energia rinnovabile; la «popolazione», che prende in esame alcuni i comportamenti dei cittadini, le auto immatricolate da più di 10 anni, la percentuale di raccolta differenziata, il consumo domestico di energia; le «imprese», ambito che comprende il numero di addetti e le aziende «green», gli investimenti su risparmio energetico e sostenibilità ambientale.

Fatto cento il valore di una «provincia ideale», Brescia raggiunge il valore complessivo di 78,9, dato che vale il nono posto nazionale, a parimerito con Bologna, Cuneo e Lecco. In testa c’è Bolzano (81,6), seguita da La Spezia (80,4) e Firenze (80,1).

Il report Censis non ha in realtà una classifica globale ma spacchetta le province in base alla popolazione: tra quelle con oltre mezzo milione di abitanti (escluse le città metropolitane) Brescia si piazza sul terzo gradino del podio, dopo Bolzano e Trento (80,1). In questa fascia precede province come Verona, Vicenza e Bergamo (78), Padova (75,7) o Modena (75,4).

Entrando nei tre macro-ambiti, Brescia è indietro nella voce «contesto»: 73,2 punti che valgono il 62esimo posto su 107 province. Meglio l’ambito «popolazione», 86,5 punti e 13esimo posto nazionale. La voce «imprese» scende a 77 punti, 35esima piazza. Dati che dicono come vi sia ancora molto da fare.

Strategia

«La maggioranza degli italiani (61,5%), pur prevedendo per i prossimi anni una vera e propria accelerazione della transizione ecologica, ritiene che questo processo sia ancora troppo lento» spiega De Rita.

Il 16,7% è invece completamente pessimista. Eppure la quasi totalità degli italiani (92,2%) «è d’accordo nel ritenere necessari rapidi e drastici cambiamenti per affrontare l’emergenza climatica attribuendo il principale dovere di guidare questo cambiamento alle istituzioni (per il 34% degli italiani), alle imprese che devono cambiare i processi produttivi (25,5%), ai cittadini nell’adottare cambiare gli stili di consumo (23,9%)». Insomma, ciascuno dovrà fare la propria parte.AmbienteIl rapporto Censis sulle 107 province italiane

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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