Traghetto in fiamme, attesa per il medico bresciano
«Siamo in attesa che la nave San Giorgio arrivi in porto. Non abbiamo più avuto contatti, ma almeno abbiamo la certezza che papà sta bene». Lo ha detto Alessandro Darsinos, il figlio del medico bresciano Aristides Darsinos che era a bordo del traghetto Norman Atlantic andato a fuoco. «Aspettiamo di parlare con papà, per ora è stato impossibile farlo».
Un'attesa quella che si vive a Botticino, paese in cui vive il medico di origini greche, che ora si stempera, nella certezza delle buone condizioni dell'oculista - attivo nei poliambulatori del Civile -, dopo che la famiglia a lungo aveva temuto il peggio.
Tanto più che di ora in ora, tra domenica e lunedì andava facendosi via via più drammatico il bilancio dell'incendio scoppiato a bordo della nave che stava attaversando l'Adriatico, tra Patrasso ed Ancona. E anche oggi la conta delle vittime non manca di riservare dolorose sorprese. A cominciare dalla morte di due marinai impegnati a bordo di un rimorchiatore nelle operazioni di recupero della Norman Atlantic. Il traghetto è stato preso in carico dalle autorità albanesi e verrà condotto in porto a Valona, dove sarà posto sotto sequestro come richiesto dall'autorità giudiziaria italiana.
Inoltre, se tra le dieci vittime, stando alle ultime notizie rilasciate dalla Guardia Costiera, si contano tre italiani, emerge come a bordo della nave vi fossero anche diversi clandestini. Molti di questi sarebbero tra i dispersi dei circa 499 occupanti la nave.
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