Tra ritardi e recuperi interventi oncologici nei tempi in nove casi su dieci
Torniamo a curarci. Non senza fatica ma seguendo con fiducia l’evolversi della strategia messa a punto da Regione Lombardia per ridurre le liste d’attesa. Tutte, perché le migliaia e migliaia di prestazioni «sospese» durante la pandemia altro non sono che la tragica punta dell’iceberg di una situazione che si trascina da decenni.
E, come accade per le valanghe, l’accumulo aumenta man mano che la neve, scendendo verso valle, trascina con sè tutto quello che incontra sul proprio percorso.
Sono già disponibili i risultati del rispetto dei tempi di attesa della prima area di intervento, quella dei ricoveri chirurgici oncologici, oggetto della delibera regionale dello scorso 24 gennaio, riferiti al primo trimestre 2022 e confrontati con quello che è accaduto dal 2019 ad oggi nei nostri ospedali. Terapie oncologiche scelte non a caso, proprio per l’impatto che eventuali ritardi comportano sulla cura dei pazienti e che, durante la pandemia, hanno subito rallentamenti anche significativi.
Secondo uno studio pubblicato su Lancet Oncology un paziente su sette nel mondo si è visto sospendere un intervento chirurgico potenzialmente salvavita durante i lockdown causati dal Covid. Anche se nel primo trimestre 2022 nel Bresciano è stato complessivamente erogato un milione di prestazioni di specialistica ambulatoriale in più rispetto allo stesso periodo del 2020.
Le più urgenti
L’analisi si riferisce alle prestazioni chirurgiche oncologiche che devono essere erogate entro un mese dall’indicazione dello specialista. La Regione ha un margine di tolleranza di nove giorni massimi, poi scatta la decurtazione economica nei confronti delle strutture che va dal 5 al 50% in base al ritardo accumulato. I tempi d’attesa negli ospedali dell’Asst del Garda erano rispettati nel 97% dei casi nel 2019, scesi al 90% nel 2020, primo anno di pandemia, per poi risalire nel 2021 al 97% e raggiungere il 100% nel primo trimestre dell’anno in corso.
Per l’Asst Valcamonica si passa dal’89% del 2019, all’84% del 2020, per poi salire al 92% e perdere un punto percentuale negli ultimi tre mesi monitorati.L’Asst Spedali Civili è partita dall’87%, scesa solo di due punti percentuali nell’anno della pandemia durante il quale il Civile ha registrato un enorme numero di ricoveri di pazienti Covid, risalita al 90% nel 2021 e ferma all’89% nella media degli interventi chirurgici oncologici garantiti nei mesi di gennaio, febbraio e marzo.
Nell’Asst Franciacorta dal 73% prepandemico, si è scesi al 62%, con un recupero significativo lo scorso anno, pari all’89% di ricoveri chirurgici oncologici effettuati entro i tempi massimi previsti, ed un ulteriore calo (82%) nel primo trimestre 2022.
Gli ospedali privati
Situazione a macchia di leopardo nelle quattro realtà private accreditate bresciane. Alla Clinica San Rocco di Ome i tempi erano rispettati nel 69% dei casi nel 2019; nel 2020 vi è stato un aumento di attività che ha permesso nel 74% dei casi di effettuare gli interventi chirurgici oncologici entro i tempi richiesti dalla situazione clinica dei pazienti. Nel 2021 la percentuale è stata del 93% e nei primi mesi del 2022 del 92%.
La Fondazione Poliambulanza era al 79% nel 2019, ha mantenuto il 78% di rispetto dei tempi nel 2020 malgrado la pandemia, è salita di un punto nel 2021 e si è attestata all’86% nel 2022. All’Istituto Clinico Sant’Anna i ricoveri chirurgici oncologici sono stati effettuati entro il tempo massimo di un mese nel 93% dei casi nel 2019; nell’87% nel 2020; nell’86% nel 2021 e nell’85% nella prima parte del 2022. Infine, la Città di Brescia: dall’84 al 76%, per salire al 79% nel 2021 e tornare al 76% nel 2022. La penalizzazione economica decisa dalla Regione dovrebbe colpire sia il pubblico sia il privato accreditato se non rispettano i tempi di attesa sulle prestazioni erogate.
Dopo i ricoveri chirurgici oncologici, le misure sono state estese anche ai non oncologici programmati, alle prime visite ambulatoriali e alla diagnostica per immagini. L’analisi dei dati del secondo trimestre dimostrerà se è la strategia vincente.SanitàIl post pandemia
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