Tossine cancerogene nel latte venduto per produrre formaggio
Bianco, ma non pulito perché contaminato da aflatossine. Eppure quel latte con valori fuori norma è finito in migliaia di forme di formaggio che sono state però sequestrate prima che arrivassero sulle tavole dei consumatori.
Per aver venduto latte contaminato, più di trenta persone, tra allevatori e produttori, sono state iscritte nel registro degli indagati dalla Procura di Brescia con l'accusa di «adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari» .
L'indagine coinvolge Brescia, Mantova e Cremona, ma rischia di allargarsi.
Alle partite di latte con valori fuori norma l'azienda casearia Ambrosi e la Centrale del latte hanno detto no.
Al no alle partite di latte contaminato è seguita anche la segnalazione all'Asl Come invece tanti, troppi non hanno fatto. Nemmeno l'Istituto Zooprofilattico e i tre centri analisi accreditati in provincia, secondo l'inchiesta affidata al sostituto procuratore Ambrogio Cassiani, hanno segnalato i numeri fuori parametri.
E da Regione Lombardia è scattato un piano straordinario: previsti 6.000 controlli in aziende zootecniche e in stabilimenti di lavorazione del latte, al fine spiega una nota del Pirellone, «di assicurare il rispetto delle garanzie in materia di salute e protezione degli interessi dei consumatori».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato