Torre dell’Iveco: dopo 70 anni primo intervento di sistemazione
È finita sotto i ferri la torre piezometrica dell'Iveco, l'enorme «fungo» di cemento che è divenuto simbolo di quella Brescia industriale fiorente che ha dato lavoro a migliaia e migliaia di operai.
Hanno preso il via negli scorsi giorni i lavori di manutenzione - ordinaria e straordinaria - che secondo le previsioni termineranno a settembre. Oggi la torre è ingabbiata dalle impalcature che consentono agli addetti di una ditta specializzata di eseguire l'intervento in sicurezza, un reticolo di ferro ben visibile dalla strada.
Il pilone è alto 50 metri e sorregge un serbatoio che ha una capacità enorme, pari a 1.050 metricubi di acqua. Acqua che peraltro viene pescata dai pozzi dell'azienda e che viene utilizzata per i processi industriali, sfruttando i principi della fisica che consentono di ottenere una pressione maggiore di quella dell'acquedotto, poichè la pressione allo scarico dipende direttamente da quanto in alto è posto il serbatoio.
Una volta sulla torre campeggiava l'enorme scritta «OM», un nome che riporta al lontano 1928 e addirittura alla prima Mille Miglia, vinta proprio da un bolide (una OM 665 Superba S Torpedo) che portava il marchio dell'industria bresciana «Officine Meccaniche», poi divenuta famosa nel mondo per la produzione di mezzi pesanti (basti ricordare nomi quali i camion Lupetto, Leoncino, Tigrotto o Orsetto). Acquisita dalla Fiat, la fabbrica cambiò nome dopo il 1975 e la enorme scritta che campeggiava sulla torre dalle cifre un po' appuntite, di colore blu, fu sostituita dalla parola Iveco.
In quasi sessant'anni (fu infatti costruito nel 1964) è la prima volta che il pilone viene sottoposto ad un intervento complessivo di questa portata: si procederà alla manutenzione dei ferri dell'armatura, al rifacimento degli intonaci e alla impermeabilizzazione interna del serbatoio; lavoro questo che sarà eseguito ad agosto, a stabilimento fermo per ferie, perchè sarà necessario effettuare lo svuotamento di tutta l'acqua contenuta per poter procedere con le speciali malte impermeabilizzanti.
Processo che fu eseguito nel 2000 e che ora è necessario ripetere per garantire una più lunga durata nel tempo della struttura.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato