Torre della Pallata a nuovo: completato il restauro delle facciate
Nei giorni scorsi si sono conclusi i lavori di restauro conservativo delle facciate e di consolidamento strutturale della Torre della Pallata.
«L’intervento alle facciate è la sintesi di un percorso avviato dal Comune di Brescia nel 2012 per definire le procedure di conservazione programmata delle strutture murarie in medolo - spiega l’assessore alla Rigenerazione urbana Valter Muchetti -, affidato allora all’architetto Anna Pianazza, scomparsa prematuramente un anno fa».
I primi tre lotti eseguiti finora sono costati 442.037 euro, ai quali si aggiungono il servizio di noleggio del ponteggio (134.229 euro), la fornitura e l’installazione degli elementi metallici (35.871 euro) e le spese tecniche (68.316 euro), per una somma complessiva di 680.453 euro.
Restano ora da completare i restanti due lotti. La somma ancora a disposizione per la conclusione del quarto e del quinto, «che avverrà nel 2024» annuncia Muchetti, e le spese tecniche ammontano a 419.546 euro.
«Alcune lavorazioni relative ai lotti 4 e 5 sono state anticipate nella parte già realizzata - sottolinea il progettista Andrea Paneroni -. I lavori relativi agli ultimi due lotti consisteranno quindi, essenzialmente, nelle operazioni di rinforzo della torretta rinascimentale sulla sommità, nel recupero della pavimentazione superiore e nella sistemazione di alcuni elementi interni alla torre per assicurare l’accesso in sommità in sicurezza. Le procedure di affidamento di questi ultimi interventi avranno luogo nell’anno corrente e per effettuare i lavori sarà necessario installare una torre di carico».
I problemi del medolo
La Torre della Pallata è stata realizzata utilizzando il medolo, una roccia sedimentaria di estrazione locale utilizzata frequentemente in numerosi edifici del centro storico di Brescia, soprattutto in quelli che risalgono al Medioevo.
«Fin dai primi studi era emerso come i conci in medolo soffrissero l’aggressione delle acque meteoriche durante il periodo invernale, in particolare per l’azione di gelo e disgelo - spiega Anna Begni, responsabile del settore Completamento Pinacoteca, Riqualificazione Castello e Patrimonio monumentale - e quella di elementi inquinanti presenti nell’atmosfera, con il conseguente aumento di patologie anche impattanti sullo stato di conservazione delle superfici lapidee. Tutto ciò provocava distacco improvviso di materiale, anche di considerevoli dimensioni».
I problemi che affliggevano le facciate della Torre della Pallata sono presenti in modo più o meno significativo in numerosi altri edifici storici della città, da Palazzo del Broletto e Torre del Popolo, passando per la Torre di Porta Bruciata, le mura del Castello, la chiesa di San Clemente, il Duomo Vecchio, il complesso di Santa Giulia e San Salvatore, per citare solo i più noti. «L’esperienza maturata con la Torre della Pallata sarà quindi particolarmente preziosa per futuri interventi su numerosi edifici del centro storico» spiega l’equipe che è intervenuta.
I lavori
«Per testare le possibili procedure di intervento nei primi mesi del 2022 sulla torre è stato predisposto un cantiere pilota - racconta Muchetti -, realizzato in base alle prescrizioni del progetto sperimentale sul fronte nord, nell’angolo ovest e per una altezza di 12 metri. Sono state quindi scelte le operazioni migliori riguardo al rispetto del materiale, alle lavorazioni presenti, e ai risultati di finitura sulle superfici».
Sui tre diversi materiali delle facciate (pietra di Botticino, pietra di Medolo e i mattoni pieni) sono stati impiegati metodi specifici di intervento.
Nell’autunno del 2022 le procedure d’intervento del cantiere pilota sono state estese all’intera torre medioevale. Durante lo svolgimento dei lavori sono emerse alcune criticità relative allo stato di conservazione della torre e di alcuni suoi componenti strutturali come le merlature e i “baccanelli” (mensoloni in pietra di Rezzato alla base delle merlature). L’installazione del ponteggio e l’esecuzione della prima fase di pulitura hanno consentito di individuare alcuni problemi in precedenza non visibili, celati dalla patina nera che copriva le superfici. Le indagini ravvicinate hanno rivelato fessure importanti su buona parte delle merlature.
Alla luce di questa e di altre problematiche si è reso necessario definire alcuni interventi, anche di consolidamento strutturale, inizialmente non previsti nel corso di questi appalti, e di anticipare alcune operazioni inserite nelle fasi di lavorazione successive (fase 4 e fase 5) «in modo da ottimizzare anche i costi derivanti dall’installazione dei ponteggi» fa presente Muchetti.
Chi ha svolto i lavori
L’azione di coordinamento del progetto e del cantiere è stata svolta dall’Udp Completamento Pinacoteca, riqualificazione Castello e patrimonio monumentale composta dal responsabile unico del procedimento Anna Begni, dai direttori operativi Gerardo Brentegani e Sara Beffa e da Anna Bregoli.
La progettazione esecutiva, la direzione lavori e il coordinamento per la sicurezza sono stati affidati all'associazione temporanea di professionisti composta dall’ingegner Andrea Paneroni (capogruppo) e dall’ architetto Valentina Cartocini, subentrata nel progetto all’architetto Anna Pianazza in seguito alla sua scomparsa, avvenuta il 20 maggio 2022.
Per ottimizzare i costi dell’intervento, riducendo i tempi del cantiere e gli oneri dei ponteggi (installati con specifico affidamento alla ditta Maggi Edilizia Srl) l’insieme delle opere realizzate, comprese le lavorazioni aggiunte in corso d’opera, sono state suddivise in tre lotti distinti, aggiudicati a tre ditte di restauro specializzate nell’intervento su materiali lapidei:
il primo lotto sul prospetto nord (Corso Mameli) è stato eseguito dalla Irides restauro e conservazione S.A.S, Busto Arsizio; il secondo sul prospetto ovest (Corso Garibaldi) alla Pasotti Corrado di Bovezzo e il terzo sui prospetti sud ed est alla Marchetti e Fontanini snc di Toscolano Maderno.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato