Tornado caduti, le ricerche non si fermano
Una interminabile giornata. Di lutto, e di ricerche. Che hanno condotto ai primi tragici rinvenimenti. Quelli dei resti dei corpi di due dei quattro militari dispersi sulle colline tra Ascoli Piceno, Roccafluvione e Venarotta. Entrambi apparterrebbero a ufficiali di sesso maschile, come confermato da fonti dell’Aereonautica Militare e dei Vigili del fuoco impegnati nelle ricerche. In altre parole, non vi sarebbe ancora traccia di Mariangela Valentini, 32 anni, di Borgo Manero (Novara), unica donna tra i componenti dei due equipaggi.
I RITROVAMENTI. Il primo ritrovamento è avvenuto mercoledì mattina in località Bosco di Castiglione. Il secondo corpo è stato invece raggiunto nel primo pomeriggio dalla squadre di ricerca in località Castiglione di Venarotta: i frammenti rinvenuti in questo caso in due punti distinti avevano inizialmente indotto a credere che potessero appartenere a due militari, circostanza poi esclusa dagli inquirenti. La relativa vicinanza, circa 800 metri, tra i resti delle due salme fa ipotizzare che si tratti dei componenti di uno stesso equipaggio. Ma al momento non ci sono conferme sulla loro identità. I resti saranno trasportati all’obitorio di Ascoli Piceno a disposizione della magistratura. Nel corso della giornata sono stati rinvenuti anche due caschi di volo e un seggiolino eiettabile «non armato», ossia non pronto per essere eiettato.
LA NUOVA TESTIMONIANZA. Nel frattempo, sulla dinamica dell’accaduto, emerge una nuova testimonianza, che potrebbe forse modificare la ricostruzione della tragedia: «Prima c’è stata una palla di fuoco, due o tre secondi dopo è stata sorvolata da un aereo integro che volava a bassissima quota, forse 30 metri, che è andato a schiantarsi su lato della collina dopo essersi infilato sotto i cavi dell’alta tensione». È la testimonianza di Marco Giuliani, il proprietario di una tartufaia in località Castiglione di Rocca Fluvione, al lavoro nei campi al momento dell’incidente aereo tra i due Tornado militari nei cieli sopra Ascoli. Giuliani è particolarmente convinto del fatto che il secondo aereo è passato subito dopo l’esplosione del primo e che era intatto.
LE RICERCHE. Frattanto, proseguiranno anche in nottata le ricerche degli ultimi due piloti dispersi. Lo ha annunciato il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno, Achille Cipriani, al termine di un vertice nella Prefettura del capoluogo marchigiano. «La zona di ricerca - ha spiegato - si estende su 46 ettari tra le frazioni di Casamurana, Poggio Anzù e Tronzano, tra i Comuni di Ascoli Piceno, Venarotta e Roccafluvione». Al momento sono 91 le unità appartenenti a varie amministrazioni dello Stato che partecipano alle perlustrazioni: 35 vigili del fuoco (di cui del nucleo Saf, Soccorso Alpino Fluviale, nucleo specializzato negli interventi in zone impervie), 21 unità del Corpo Forestale dello Stato, 3 unità e due cani della Polizia di Stato, 30 carabinieri, 4 unità Saf della Guardia di Finanza venute dall’Abruzzo, più 50-70 esperti del Corpo Nazionale Soccorso Alpino. Ci sono inoltre una cinquantina di militari dell’Aeronautica, che parteciperanno alla battuta di questa notte anche con mezzi aerei dotati di visori notturni. Secondo Cipriani, per questa sera è previsto un nuovo briefing delle squadre di soccorso, da domani comincerà un’operazione imponente di perlustrazione palmo a palmo del territorio con 160 persone. I Vigili del fuoco coordinano le operazioni con una stazione di comando avanzato in località Poggio Anzù.
A GHEDI. Nel corso della giornata, il comandante della base militare di Ghedi, col. Andrea Di Pietro, ha ricevuto alcuni dei familiari dei quattro piloti arrivati stamattina all’aeroporto di Montichiari (Brescia) e condotti con mezzi dell’Aeronautica militare all’interno della base di Ghedi. "Inspiegabile" ha definito il comandante del 6° Stormo l'incidente, alla luce dell'esperienza e della preparazione vantate dai due equipaggi. All'aerobase dei Diavoli Rossi il riserbo è pari solo al dolore. Nelle prossime ore è atteso l'arrivo del capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, generale Pasquale Preziosa: a lui il compito di chiarire pubblicamente anche gli aspetti relativi all'addestramento che stavano compiendo i due equipaggi.
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