Torna dopo due anni il «Raduno della Befana» del MotoClub Flero

All'undicesima edizione della manifestazione più di 60 i veicoli iscritti e circa 120 i partecipanti
  • Il «Raduno della Befana» del MotoClub Flero
    Il «Raduno della Befana» del MotoClub Flero
  • Il «Raduno della Befana» del MotoClub Flero
    Il «Raduno della Befana» del MotoClub Flero
  • Il «Raduno della Befana» del MotoClub Flero
    Il «Raduno della Befana» del MotoClub Flero
  • Il «Raduno della Befana» del MotoClub Flero
    Il «Raduno della Befana» del MotoClub Flero
  • Grande partecipazione all'undicesima edizione del «Raduno della Befana» - © www.giornaledibrescia.it
    Il «Raduno della Befana» del MotoClub Flero
  • Il «Raduno della Befana» del MotoClub Flero
    Il «Raduno della Befana» del MotoClub Flero
  • Il «Raduno della Befana» del MotoClub Flero
    Il «Raduno della Befana» del MotoClub Flero
AA

Niente scopa per la Befana. Al «Raduno della Befana» organizzato dal MotoClub Flero, la vecchia signora arriva alla guida di un’auto d’epoca. L’undicesima edizione della manifestazione, iniziata al ristorante La Vigna di Flero, consacra la ripartenza, dopo due anni di stop a causa della pandemia.

Più di 60 i veicoli iscritti, circa 120 i partecipanti: «Come da tradizione questo è il primo raduno dell’anno. Ogni volta cambiamo percorso, quest’anno la carovana passa da Castelmella, Travagliato, Ospitaletto, Rovato, percorriamo la Franciacorta fino ad Adro dove abbiamo organizzato la visita al Museo del Ricordo - dice Andrea Pederzoli, vicepresidente MotoClub Flero - . Il raduno nasce perché volevamo portare nell’automobilismo questa festa: i nostri soci personalizzano le auto a tema epifania. Ci sono auto molto sofisticate, dagli anni ‘20 fino agli anni ‘40. La partecipazione molto elevata ci ha fatto capire quanta voglia ha la gente di ritrovarsi e ricominciare dopo il Covid».

Due Balilla a guidare la fila che ha portato i partecipanti alla visita del Museo del Ricordo che ospita un’importante collezione di reperti degli anni Venti, Trenta e Quaranta e memorabilia che vanno dalla Prima Guerra Mondiale fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale: «Ogni anno proponiamo ai nostri soci – conclude Pederzoli –, percorsi diversi e visite diverse. È un modo per stare insieme, ma anche per scoprire luoghi che spesso non si conoscono».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato