Torna a Brescia il banco farmaceutico dall'8 al 16 febbraio
La Giornata di raccolta del farmaco torna nel Bresciano anche nel 2022, anno in cui si annunciano crescenti esigenze delle famiglie bisognose. Durerà un’intera settimana: da domani, martedì 8 febbraio, a lunedì 14. Nelle circa 4.900 farmacie che aderiscono in tutta Italia, di cui un’ottantina nel Bresciano, i farmacisti chiederanno ai cittadini di donare uno o più medicinali da banco per le persone in difficoltà. I farmaci raccolti (470 mila nel 2021, 541 mila nel 2020, di cui circa 10 mila tra Brescia e provincia) saranno consegnati a circa 1.800 realtà assistenziali (di cui 38 del Bresciano, erano 36 nel 2021), che si prendono cura delle persone indigenti, siano esse anziani, disabili, senzatetto o altro, offrendo loro, gratuitamente, cure e medicinali.
I destinatari dei farmaci sono enti che offrono cure e medicine gratuite a chi non può permettersele per ragioni economiche: la povertà sanitaria è un problema che si sta acuendo, con circa mezzo milione di persone che hanno bisogno di medicine, ma non possono acquistarle.
Da oggi, quindi, i clienti delle farmacie bresciane saranno invitati a donare farmaci senza obbligo di prescrizione, in particolare antinfluenzali, antinfiammatori e antipiretici. «Nonostante tutto quanto sta accadendo - spiega Francesco Paracini, responsabile del Banco farmaceutico Brescia - non abbiamo avuto esitazioni nel proporre anche quest’anno la Giornata di raccolta del farmaco. Perché il bisogno è sempre più pressante, in particolare per i poveri che necessitano di medicine e non possono acquistarle. In aggiunta va detto che tante realtà assistenziali stanno risentendo della crisi e hanno ancora più urgenza di tutto il nostro sostegno».
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A sottolineare il bisogno è anche Clara Mottinelli, presidente di Federfarma Brescia: «La raccolta del farmaco si terrà anche per la pandemia, che ha rimarcato le differenze e reso chi era già povero ancora più marginale. In farmacia viviamo a quotidiano contatto con queste situazioni di difficoltà e non potevamo non fare qualcosa, non provare ad aiutare le associazioni di volontariato che ci sono vicine».
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