Tironi: «La formazione professionale tesse trame virtuose tra scuola e lavoro»
Per il mondo dell’istruzione e formazione professionale, istituti che a Brescia e in Lombardia compiono passi considerevoli sulla strada di una ridefinizione della propria fisionomia, educativa e organizzativa, sono momenti di grande lavoro.
Il fine è rispondere alle necessità del mondo produttivo ma anche inserire gli studenti in una «prospettiva di futuro» più ampia di quella che si spalancava, decenni fa, per i ragazzi dei professionali. E gli Its post diploma, altamente specializzanti, hanno cambiato il paradigma: questo universo potrebbe tra l’altro essere ridefinito, grazie all’adozione di un nuovo nome ufficiale.
«Il disequilibrio tra domanda delle aziende e offerta, il “mismatch”, si supera grazie al fatto che queste realtà forniscono competenze strategiche aggiornate in un percorso di filiera» spiega l’assessore regionale all’Istruzione Simona Tironi, in visita nei giorni scorsi nella redazione del Giornale di Brescia.
I professionali non dovrebbero essere proposti come scuole di serie B e di seconda scelta per allievi demotivati, con poche abilità o «skills» primarie e secondarie. Ma come chance di educazione specifiche, che possono sì sfociare in una preparazione a tecniche manuali (come in passato) ma sempre più spesso anche in una capacità di progettazione teorico-informatica.
I dati
In Lombardia un terzo degli iscritti d’Italia: più di sessantamila. A Brescia sono 8.500 i ragazzi in formazione, quasi il 15% della Regione. E dopo il diploma c’è l’opzione delle fondazioni Its lombarde, che sono 25 - 5 delle quali nel Bresciano - , con più di seimila studenti e più di 250 corsi di alta formazione. Con gli Istituti Tecnologici Superiori «più del 94-96% degli studenti trova un posto stabile: l'Its Academy è infatti una valida alternativa all'università» rileva l'assessore.
Cifre riflesse nelle risorse messe in campo. «Nel ’22/’23 per Brescia abbiamo investito nei professionali circa 50 milioni di euro su 340 totali. Risorse in costante aumento anche per il percorso post-diploma che coinvolge nel Bresciano circa 500 persone».
Oltre confine
Un aspetto che non tutti conoscono riguarda gli scambi internazionali di tipo Erasmus per chi frequenta gli Its, che spaziano dalle nuove tecnologie per il made in Italy alla mobilità sostenibile, dai servizi alle imprese all’agroalimentare, dalla moda alla meccanica all’edilizia. E «dove si insegna anche l’auto-imprenditorialità: attraverso testimonianze nelle scuole, dove arrivano ragazzi che hanno aperto officine, saloni di bellezza, società di marketing e contabilità».
Strade che dovrebbero diventare ancor più chiare quando a gennaio verrà lanciata la web app, per creare «politiche attive del lavoro in base alla personalizzazione delle informazioni».
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