Test sierologici, lunedì arrivano i primi kit da Roma
A Brescia arriveranno. Ma a stabilire la quantità saranno almeno due fattori: i profili selezionati sulla base dei parametri già individuati (età, regione di residenza e attività professionale) e il numero di laboratori di analisi disponibili e con i requisiti necessari per poter decifrare l’esito dei prelievi. Da lunedì debutteranno anche i test sierologici nazionali, indagini che scorreranno parallele a quelle già in corso sulla scia delle scorte inviate dalla Regione e che hanno visto coinvolti in primis gli operatori sanitari, quindi - contemporaneamente - i dipendenti dei servizi pubblici essenziali e i cittadini in isolamento obbligatorio e fiduciario. A guadagnarsi il bando è stato il colosso farmaceutico statunitense Abbott, che fornirà in prima battuta 150 mila kit, ai quali ne seguiranno altrettanti.
Chi ha stilato l’elenco che individuerà nomi e cognomi di coloro che dovranno sottoporsi ai prelievi? Istat da un lato e Inail dall’altro, che hanno ufficialmente concluso il campione. Al momento si è in attesa della norma che autorizzi l’Istat a identificare questo elenco e a trasmetterlo all’Unità di crisi così da creare una banca dati in grado di agganciare direttamente il nome al numero di telefono del «candidato». Sarà la Lombardia, nelle prossime ore, a consegnare poi la geografia dei centri di prelievo e dei laboratori dove verranno destinati i kit.
Si tratta di una prima grande prova generale, dal cui esito sarà definito e concordato l’iter generale e futuro dei prossimi test sierologici con l’obiettivo di estenderli il più possibile. La Lombardia è infatti pronta a concedere il nullaosta per esaminare i test anche nei laboratori privati, purché siano accreditati (a partire da Synlab, che era in attesa proprio dell’ok regionale): gli esiti saranno poi trasmessi direttamente all’Agenzia di tutela della salute. Fonti di Palazzo Pirelli confermano che l’orientamento resta però quello di autorizzare i test con il «timbro Ce» e che si prediligeranno le indagini con prelievo venoso, esattamente come quelle già in corso, la cui attendibilità è superiore al 95%.
Un’opportunità, questa, attesa da molti e da tempo. Resta da capire - l’ordinanza è infatti ancora in fase di definizione - se all’interno delle direttive regionali sarà stabilito un costo massimo, a kit, per il pubblico. I dettagli dovrebbero essere comunque messi a punto nelle prossime ore: l’obiettivo è di approvare il testo durante la Giunta regionale di scena lunedì 4. Nel frattempo, dalla Lombardia si preparano a spedire a Brescia la nuova ondata di kit per «smaltire» l’elenco formulato dall’Ats per coloro che si trovano in quarantena.
La Regione aveva infatti aperto la caccia ai kit sierologici per riuscire ad accaparrarsi il maggior numero di test necessari per proseguire lo screening epidemiologico avviato, nel Bresciano, giovedì 23. L’obiettivo: tanto più materiale certificato si riuscirà a recuperare, quanto più i prelievi che saranno in grado di stabilire se una persona ha sviluppato gli anticorpi al virus che ha stravolto il Paese potranno essere estesi alla popolazione. Una ventina le aziende che hanno alzato la mano e che potranno così ampliare il numero di kit a disposizione.
Al momento i test sierologici sono in corso a Brescia, Desenzano, Manerbio, Chiari e Montichiari, a cui, a partire da domani, si aggiungeranno anche i poli di Esine ed Edolo, portando così a sette il numero totale di centri attivati nella nostra provincia. Laboratori, quelli già «in servizio», che da venerdì stanno analizzando circa 3.500 prelievi al giorno, lavorando sulle intere ventiquattro ore.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato