Termoutilizzatore, dai rifiuti risparmio di 150mila t di petrolio
Efficienza energetica e un’attenzione all’ambiente in costante evoluzione. Queste, in estrema sintesi, le conclusioni che si possono trarre dalla lettura del rapporto dell’Osservatorio sul funzionamento del Termoutilizzatore di Brescia relativo agli anni 2019/2020, il sesto, i primi dati inerenti il 2021 saranno disponibili in estate.
Moltissimi gli spunti, tra i principali: 2/3 dei rifiuti bruciati nel Termoutilizzatore vengono da fuori provincia (il totale dei conferimenti, per il 2020, ha superato le 750mila tonnellate), questo avviene perchél’impianto non è un semplice inceneritore, ma una struttura energetica che fornisce il 70% del calore della rete del teleriscaldamento; passando al fronte ambientale, usare i rifiuti come combustibile, invece del gas, ha evitato di consumare, sempre nel 2020, 150mila tonnellate di petrolio evitando l’emissione in atmosfera di 905 tonnellate di CO2.
Nel 2019 A2A ha avviato il percorso di decarbonizzazione del sistema del teleriscaldamento che punta a sostituire progressivamente il calore attualmente prodotto nella centrale di Lamarmora da combustibili fossili e a migliorare complessivamente le prestazioni ambientali della centrale. Nell’aprile del 2020 questo percorso ha consentito l’abbandono del carbone per la produzione energetica nella centrale di Lamarmora, che ormai utilizza solo il gas naturale.Guardando i dati 2020 del rapporto, poco più del 28% dei conferimenti al Termoutilizzatore (tutto quanto non recuperato con la raccolta differenziata) sono rifiuti urbani, assimilati e ingombranti, la parte restante (quindi la stragrande maggioranza, oltre il 71%) sono rifiuti speciali da attività commerciali e produttive. Analizzando quest’ultimo dato nel dettaglio in base alla provenienza (ogni giorno all’impianto arrivano in media 153 mezzi per un totale annuo, nel 2020, di 47.135 camion), delle oltre 533 mila tonnellate di rifiuti «solo» 107.787 arrivano dal Comune di Brescia e dalla provincia, ben 254.783 arrivano da altre province lombarde, mentre oltre 171mila provengono da fuori regione.
Nel corso del 2020 il Termoutilizzatore ha immesso nella rete di teleriscaldamento, come detto, circa il 70% dell’energia termica distribuita, costituendone la base per l’intero anno. La rete nel 2020 ha servito ben 20.500 utenze (un dato in continua crescita), pari a circa il 65% delle utenze nei comuni serviti dal teleriscaldamento, una volumetria complessiva di 42,6 milioni di metri cubi. Futuro.
Come ha spiegato Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A «il teleriscaldamento è uno strumento formidabile». «L’evoluzione 4.0 - ha spiegato Mazzoncini - prevede l’uso di rinnovabili e cascami termici al posto delle fonti fossili. Ci stiamo concentrando sulla ricerca del calore di scarto da altri processi industriali. Dopo l’acciaieria Ori Martin si è allacciata alla rete Alfa Acciai. Abbiamo investito 6 milioni negli accumuli termici, per non disperdere il calore prodotto di notte.
Stiamo investendo 100 milioni sul Termoutilizzatore per abbattere ulteriormente le emissioni e recuperare calore dai fumi. Saremo pronti a fine 2022 e potremo riscaldare 12.500 famiglie in più». Per continuare a guardare al futuro.
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