Tentò di strozzare la moglie: condannato ristoratore bresciano per anni di maltrattamenti
Cade, per effetto del tempo, solo la violenza privata, quella che le fece imponendole di acquistare un’automobile per lui. Tutto il resto si traduce in una condanna a tre anni e tre mesi. A tanto è stato condannato un 62enne noto ristoratore bresciano per i maltrattamenti e le lesioni che inflisse alla moglie di dieci anni più giovane tra l’inizio del 2013 e la fine del 2019.
I giudici della Prima sezione penale (presidente Maria Chiara Minazzato) hanno accolto la ricostruzione del sostituto procuratore Carlotta Bernardini e di fatto accontentato anche le sue richieste di pena. Non solo: il Tribunale ha restituito gli atti alla procura perché indaghi per falsa testimonianza la figlia che la persona offesa ebbe da una precedente relazione e che a processo ha dato una versione dei fatti contraddittoria e sicuramente non a favore della madre.
La situazione nella quale versava da anni la 52enne donna originaria dell’Est, ma di casa da anni nell’hinterland della città, divenne nota alle forze dell’ordine solo dopo sei anni dal primo episodio, e grazie all’entrata in vigore del Codice Rosso e dell’introduzione della denuncia automatica. Il suo dramma quotidiano, così lo raccontò agli inquirenti, si tramutò in un’indagine quando lei si presentò in Poliambulanza per farsi medicare una lesione alla mano destra, oltre a diverse contusioni e a brutti segni al collo, sintomatici di un tentativo di strozzamento.
Davanti all’evidenza del suo quadro clinico - siamo nel settembre del 2019 - la donna racconta di essere stata scaraventata a terra dal marito, presa a calci e pugni e afferrata pure per la gola. Il vaso di Pandora a quel punto è scoperchiato. Vi escono anni di inferno. La 52enne - assistita a processo dall’avvocato Gianbattista Bellitti - riferisce di aver vissuto in un clima di terrore; parla degli insulti raccolti per anni, anche davanti ai clienti del ristorante. Racconta anche di quella volta che le prese tra i tavoli del loro locale in città, quando l’uomo la schiantò al suolo, si piazzò sopra di lei cavalcioni e tentò di strozzarla.
Denunce e referti si sono tradotti nel rinvio a giudizio del 62enne. E ieri anche nella sua condanna, peraltro senza beneficio della sospensione condizionale. Le testimonianze a suo favore della figlia della donna e quella del figlio che l’imputato ha avuto con lei, non gli sono servite per evitarla.
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