Teleriscaldamento, raccolta firme di Legambiente: due richieste
Legambiente Brescia raccoglie firme per una petizione da indirizzare al Comune di Brescia sul tema del teleriscaldamento. Con due sollecitazioni rivolte all’assise consiliare, le tariffe e il fattore di conversione.
Le tariffe
Da oltre due mesi l’associazione contesta l’incremento delle tariffe del teleriscaldamento applicate da A2A, con aggancio automatico a quelle di gas e luce. Danilo Scaramella, presidente di Legambiente Brescia, premette che la petizione può essere scaricata dal nostro sito www.legambientebrescia.it e può essere firmata solo da cittadini residenti in città, maggiorenni, elettori. «Vorremmo chiudere la raccolta per la fine del mese».
Scaramella continua: «Mazzoncini, ad di A2A, ha dato risposte confuse e incerte. Abbiamo scritto a tutti i referenti sul tema, ma nessuno ci ha risposto. Le tariffe del teleriscaldamento vengono decise da A2A e, contrariamente da quanto affermato da Mazzoncini, non sono dettate da Arera. Abbiamo scritto ad Arera che ha confermato che le tariffe vengono definite liberamente da ciascun gestore sulla base delle caratteristiche del proprio sistema di telecalore, dell’utenza e del territorio servito. E che le tariffe decise devono essere più basse rispetto ad altre fonti di produzione di calore. Questi aumenti dovrebbero essere contrattualizzati con cittadini e Comune».
Il presidente quindi precisa: «L’aumento medio del teleriscaldamento dal 1° gennaio 2021 al 1° gennaio 2022 è stato tra il 70 e il 75%. L’incremento è determinato da A2A, sulla base di un algoritmo, di propria definizione che collega il costo del calore fornito all’incremento del prezzo del metano e dell’energia elettrica fissati da Arera. Gran parte del calore immesso in rete tuttavia non viene generato dal gas, ma per una tranche rilevante, il 70%, viene prodotto dal termovalorizzatore con la combustione dei rifiuti. Chiediamo quindi che l’Amministrazione comunale si faccia parte attiva affinché l’incremento dei costi non venga calcolato al cento per cento sul teleriscaldamento ma sul solo 30% che deriva dal gas».
Il fattore di conversione
La seconda sollecitazione ha a che fare con il superbonus. «Il fattore di conversione, così come era dal 30 giugno 2021, ovvero lo 0,12 contro l’1,5% nazionale, rendeva più arduo per gli immobili cittadini collegati al teleriscaldamento l’accesso al superbonus 110%, perché aveva come conseguenza attestazioni energetiche "fuorvianti" - ricorda Scaramella - . Ovvero la gran parte degli edifici, pur essendo energivori, risultavano classificati nelle classi energetiche migliori. La legge di bilancio ha risolto il problema per il 110%, riportando il coefficiente al precedente 0,24%. Ma la problematica resta per le certificazioni energetiche per locazione e vendita, per le quali bisogn utilizzare ancora il nuovo coefficiente. È una stortura normativa, ma il Comune di Brescia deve far sentire la sua voce affinché le istituzioni competenti la correggano. Ci sembra ci sia un torpore generalizzato».
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