Tav, pubblicata l'analisi: «Fermarla costerebbe troppo»
«Come per il Terzo valico, siamo di fronte a una grande opera ereditata dal passato, mai rallentata dall'analisi costi-benefici, è bene precisarlo, e che comunque costa troppo fermare ma che si può decisamente migliorare in termini di sostenibilità ed efficienza». È quanto afferma il Ministero dei Trasporti, che ha pubblicato online l'analisi costi-benefici e la connessa analisi giuridica per l'Alta velocità Brescia-Verona-Padova.
L'opera nel segmento tra Brescia e Verona, costa quasi 3,5 miliardi per 45 chilometri complessivi (5,2 miliardi la tratta Verona-Padova).
Il ministero, fra i miglioramenti, rileva che dovranno essere rispettate le oltre 300 osservazioni che fanno capo al recente Osservatorio ambientale. Ma si punterà anche sul passaggio del sistema di alimentazione di trazione elettrica da 25 kV ca a 3 kV, in modo da rendere la linea a quattro binari più flessibile nel suo utilizzo e quindi adatta pure per i pendolari. «Dunque - conclude il dicastero - ci occupiamo e ci preoccupiamo, secondo una missione fondamentale del Mit, di rendere più efficiente il trasporto più spiccatamente regionale. E al tempo stesso vengono rivisti in senso migliorativo progetti faraonici e impattanti, ereditati dal passato, che non possono più essere bloccati».
«Aldilà dei contenuti tecnici, sui quali lascio la parola agli esperti; aldilà delle raccomandazioni, dei dibattiti, delle opinioni, quello che emerge dall'analisi costi-benefici è incontrovertibile. Si è perso troppo tempo per dotare la Baviera d'Italia, con uno dei più alti Pil del mondo e con uno straordinario sistema imprenditoriale e sociale, di un'opera fondamentale per la mobilità di persone e cose». Lo dice il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, commentando la pubblicazione.
«Adesso però basta - incalza Zaia - perché le opere sono appaltate, il consenso territoriale è totale, tornare indietro non si può e non si deve. Quindi pancia a terra e lavorare per portare a compimento un'opera che andava fatta da decenni. Non possiamo - aggiunge Zaia - continuare a togliere competitività a un territorio che già soffre per vincoli, burocrazia, lacci e lacciuoli, senza dimenticare le necessità di connettività tra Lombardia e Veneto emersi in sede di elaborazione della candidatura vincente alle Olimpiadi invernali del 2026. Adesso, ripeto - conclude Zaia - lavorare. Silenzio e lavorare!».
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