Tariffa rifiuti verso la scadenza senza rincari
Si avvicina per gli abitanti del comune di Brescia e di molti altri comuni del territorio la scadenza ultima per il pagamento della Tari, la tassa dei rifiuti. Per chi ha optato per la rata unica nel comune di Brescia la scadenza è il 16 luglio (pagabile attraverso il modulo F24) con costi in linea con l’anno precedente a parità di parametri (stessa abitazione e stessi componenti del nucleo familiare). Una tassa, come tutte, non certo amata dai cittadini, ma necessaria per sostenere i costi dello smaltimento dei rifiuti.
Da sempre tuttavia si dibatte sull’equità della tariffa oggi basata su due parametri: per le persone fisiche si calcolano i componenti del nucleo familiare e i metri quadrati dell’abitazione, per le attività economiche dipende dalla tipologia merceologica e dalla superficie. L’Unione europea, interpellata sulla legittimità di tale sistema, ha risposto affermativamente, ma una direttiva Ue del 2018 invita i Governi e le amministrazioni territoriali ad attuare la gerarchia dei rifiuti, ovvero introdurre i principi della cosiddetta economia circolare. Passaggio che comporterà per i comuni l’adozione della tariffa puntuale. Nel comune di Brescia è previsto nel 2020.
Per capire meglio come funziona il nuovo metodo di calcolo, con pregi e difetti, abbiamo interpellato l’avvocato Maurizio Lovisetti, membro di Operate, l’osservatorio nazionale ambiente misurazione e tariffa rifiuti. «La tariffa puntuale - ci spiega l’esperto - si basa sul calcolo del rifiuto indifferenziato, vale a dire quello che non si può riciclare, che ciascuna famiglia effettivamente conferisce». Ma come si misura nel concreto? «Il Decreto ministeriale del 20 aprile 2017 indica come si deve misurare l’indifferenziato. Esistono sostanzialmente due modi, il peso o il volume. Quest’ultima opzione è la preferita da tutti i Comuni perchè la prima comporterebbe costi eccessivi (servirebbe una bilancia all’interno della calotta oppure fisicamente una persona che pesa i sacchetti effettivamente conferiti). Costi che naturalmente si tradurrebbero in un aumento della tassa. Nel caso della calotta come avviene a Brescia, il volume è determinato dal numero degli svuotamenti moltiplicato per la dimensione della calotta stessa. Nel caso del porta a porta vengono calcolati i sacchetti muniti di codice anche questi con un predeterminato volume massimo».
La tariffa puntuale comporterà dei vantaggi economici per gli utenti? «Nell’immediato no, perchè devono essere ammortizzati i costi del calcolo, ma a lungo termine con l’aumento della quantità e soprattutto della qualità della raccolta differenziata, ci saranno dei vantaggi. Per i cittadini e l’ambiente». Quanto incide il calcolo dell’indiffenziato sulla composizione della tariffa? «In realtà poco. C’è una quota fissa di costi che si aggira attorno all’85% della tariffa attuale». Vale la pena istituire un simile meccanismo per godere di vantaggi così limitati? «È un sistema più equilibrato. Per un calcolo effettivo, ad personam, della tariffa bisognerebbe misurare tutto quello conferito. Ma significherebbe avere una bolletta molto, ma molto più cara. E alla fine altamente impopolare».
Quindi la tariffa puntuale appare la soluzione migliore possibile. Nel calcolo devono essere tuttavia considerati anche gli squilibri determinati dai morosi (fenomeno che appare comunque contenuto) e da chi non differenzia nella giusta maniera. Ogni Comune predispone nel Piano economico finanziario del bilancio i costi da sostenere per il servizio di smaltimento dei rifiuti. Se l’amministrazione effettua un calcolo corretto la gestione funziona e diventa profittevole per i cittadini, se al contrario sbaglia i calcoli, il rischio concreto è un aumento anche consistente della bolletta. Perchè a Brescia i costi sono più contenuti della media nazionale? «Merito del termoutilizzatore che ha un costo di conferimento più competitivo rispetto alla discarica».FiscoLa tassa dei rifiuti
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