Tanti profughi ucraini portano i loro animali: come registrarli

Così cani e gatti possono ottenere assistenza sanitaria. Raccomandato il vaccino anti-rabbia, perché in Ucraina è endemica
UN FORM ANIMALI DOMESTICI
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«Sembra incredibile, ma tantissimi profughi ucraini stanno arrivando col proprio cane, con i propri gatti e anche con furetti, criceti e altri animali da compagnia, che sicuramente sono un supporto psicologico per chi arriva da quel paese». Fuggono dalle bombe e in Ucraina lasciano tutto, le loro case e i loro beni. Partono con uno zaino in spalla dentro il quale c’è l’essenziale per sopravvivere qualche giorno e in braccio spesso il loro animale domestico. Nelle ultime tre settimane sono diverse decine i cani, i gatti e altri animali da compagnia arrivati con i profughi ucraini in Italia e nella nostra provincia.

Un caso eclatante è quello che abbiamo documentato su queste pagine qualche giorno fa: un allevatore ucraino arrivato ad Orzinuovi con 19 cani di razza, grazie ad un contatto nella nostra provincia. «Tutti gli animali devono essere denunciati - afferma Laura Lanfredini, direttore sanitario Ats Brescia - ragion per cui abbiamo attivato un form, da compilare e inviare anche on line».  Un modulo che è possibile reperire sul sito internet dell’Azienda di tutela della salute di Brescia sul quale indicare le generalità dell’animale: razza, sesso, se ha il microchip e soprattutto se è vaccinato.

«Così facendo riusciamo a contattare i padroni e consentire ai nostri veterinari di visitare l’animale. Solo dopo un contatto diretto, infatti, è possibile l’accesso al nostro servizio veterinario». Questo permette, tra le altre cose, di fornire l’assistenza sanitaria all’animale nell’eventualità in cui avesse bisogno di cure. Ma non solo: «In Ucraina - spiega - la rabbia è una malattia endemica ed è pertanto necessario che gli animali siano vaccinati contro questa malattia». Finora sono solo una ventina gli animali registrati e per questo Ats ha deciso di rivolgersi ai sindaci. «Con i primi cittadini stiamo raccogliendo notizie più puntuali».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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