Tangenti su protesi dentali, arrestato anche un odontoiatra di Brescia
È stato arrestato anche un medico bresciano nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano per presunte mazzette su protesi e apparecchi dentali, i cui costi maggiorati pesavano sui pazienti. Questa mattina gli uomini della Guardia di Finanza, coordinati dal pm Paolo Storari, hanno arrestato tre persone, accusate di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio. Nell'indagine, che nei mesi scorsi ha già portato altre cinque persone ai domiciliari, tra cui due medici e il legale rappresentante di una società leader nel settore dell'odontotecnica, sono indagate in tutto 11 persone.
Il provvedimento degli arresti domiciliari è stato firmato dal gip di Milano Cristian Mariani e riguarda ancora una volta Roberta Miccichè, l'ex legale rappresentante di Wisil Latoor (già ai domiciliari), società leader del settore e commissariata dallo scorso giugno.
L'illecito
Il bresciano Stefano Ferrari Parabita, odontoiatra che lavora a Monza alla Smart Dental Clinic (Gruppo San Donato), secondo la ricostruzione avrebbe ottenuto 26mila euro in contanti in più tranche da Miccichè, attraverso un suo dipendente, come compenso illecito per l'attività svolta nel 2020 e nel 2021. Nello specifico, all'odontoiatra sarebbe stata riconosciuta una percentuale pari al 10% sul fatturato annuo realizzato dalla da Wisil Latoor, grazie alle prescrizioni mediche rilasciate presso la struttura monzese in cui operava.
Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf, ipotizzano un sistema di corruzione messo a punto con uno schema ben preciso in cui alla fine per i pazienti i costi di una protesi dentale o di un apparecchio di ortodonzia erano gonfiati.
Il pm Storari ha chiuso di recente l'altro filone di indagine nei confronti di 7 persone, tra cui Miccichè e Gianfranco Collella, dentista presso l'ospedale Delmati di Sant'Angelo Lodigiano e Giorgio Coccolo, odontoiatra negli ambulatori della Asst Milano Nord.
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