Tamponi e farmacie, la lente del Nas sui furbetti del Green pass
C’è chi si presta al gioco per amicizia o condivisione di intenti e chi, invece, ha creato una sorta di listino dei prezzi per offrire l’agognato Super Green pass a coloro che del vaccino anti Covid proprio non ne vogliono sentire parlare.
Il trucco è chiaro: si creano «falsi positivi», si attendono dieci giorni ed ecco arrivare una certificazione verde valida a tutti gli effetti. Escamotage, questo, che trova terreno ancora più fertile da quando il tampone molecolare non è più necessario per certificare, prima, la malattia e, poi, la fine del periodo di isolamento.
Si tratta di una serie di meccanismi per sfuggire alle regole che abbiamo riscontrato e raccontato anche nell’inchiesta del Giornale di Brescia sulle organizzazioni no vax, durante la quale abbiamo intercettato uno dei tantissimi gruppi contrari all’immunizzazione anti-Coronavirus, dove certificati fasulli, farmacie «amiche» e lezioni su come fingere di essere allergici a uno dei componenti del vaccino si sono rivelati alcuni dei fili conduttori delle riunioni, rigorosamente senza mascherina né distanziamento.
Una realtà che non è passata inosservata al Nucleo antisofisticazione e sanità (Nas) dei Carabinieri di Brescia che, a partire dalla metà di gennaio, ha puntato i fari proprio sulla filiera dei tamponi. Avviando una serie di controlli.
L’attività di verifica nel Bresciano è partita dai centri vaccinali, d’intesa con le Asst alla regia organizzativa dei centri. In questa prima fase, concentrata in particolare sui poli drive-in dove il flusso di utenti è costante e più incalzante, è stata ribadita la necessità di effettuare il controllo delle generalità dell’utente: non solo quindi la tessera sanitaria, ma anche il riscontro attraverso la carta d’identità di chi si reca ad effettuare il tampone. Ma i fronti aperti sono differenti e svariati, perché «purtroppo di scappatoie per ottenere il Green pass da parte di chi non è immunizzato ce ne sono parecchie» confermano dal Nas.
In queste prime giornate l’attività si è concentrata sulla verifica delle diverse procedure e si sta proseguendo ad eseguire i controlli incrociati. Ma il percorso di indagine è in divenire e in costruzione. Un lavoro lungo, quello avviato dai militari, che stanno facendo «campagna di sensibilizzazione» per il controllo delle identità visto che è sempre più evidente il rischio di trovarsi di fronte a casi di sostituzione di persone che mirano a scambiarsi i moduli dell’esito positivo per ottenere il Green pass anche se non hanno contratto il virus.
Un’attività che il Nas di Brescia non sta coordinando e conducendo solo nella nostra provincia, ma anche in quelle di Bergamo, Sondrio e Lecco. Poi, le operazioni faranno rotta anche verso le farmacie del territorio, dove in questo momento sono avvenute verifiche «solo a livello marginale», ma che in una seconda fase il Nucleo non esclude che possano essere controllate, anche sulla scia della sorveglianza degli episodi che vengono portati all’attenzione delle autorità.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato