Tagli ai contributi per i teatri, l'assessore Galli: «Probabili integrazioni»
I tagli di Regione Lombardia ai contributi per i teatri, tra cui anche il Centro Teatrale Bresciano e Fondazione Teatro Grande, «non sono stati lineari ma sono stati meditati. Probabilmente faremo delle integrazioni». A dirlo è l’assessore alla Cultura di Regione Lombardia, Stefano Bruno Galli, che oggi ha risposto in Consiglio regionale a un'interrogazione a risposta immediata presentata dai consiglieri Pd Paola Bocci, Paola Cortese, Fabio Pizzul, Miriam Cominelli, Gigi Ponti e Jacopo Scandella.
Il centrosinistra aveva chiesto alla Giunta di fornire spiegazioni rispetto alla delibera del 21 novembre con cui si decidevano tagli ai contributi per diversi teatri lombardi, tra i quali anche la Scala e il Piccolo, e che per il Ctb arrivavano a una sforbiciata del 55% rispetto al 2021 (90mila euro invece di 200mila) e per il Grande del 10% (108mila al posto di 120mila).
«L'ultima integrazione sul bilancio 2021 è arrivata quest'anno a febbraio - ha spiegato Galli -: probabilmente ci comporteremo in modo analogo per arrivare più possibile alla quota di finanziamento». Ma comunque «rimane il problema di ragionare sulla redditività e sulla produttività dell'investimento pubblico in cultura».Stando alle agenzie di stampa, Galli ha anche sostenuto che nei due anni di pandemia tutti i teatri «si sono arricchiti», sistemando i loro bilanci con i lavoratori coperti dal Fis, il Fondo di integrazione salariale, e l'acquisizione del Fus, il Fondo unico per lo spettacolo del ministero della Cultura.
Dura la reazione del Pd, con la consigliera Paola Bocci che definisce «parole vergognose» quelle dell’assessore regionale alla Cultura. «Galli ha dichiarato che ci saranno delle integrazioni - aggiunge Bocci - ma non ha detto quando e di quanto. Ed è profondamente sbagliato il ragionamento che ha fatto in Aula che tiene conto solo della redditività dell'investimento pubblico in cultura».
Le critiche sono arrivate anche dal M5s. Secondo il consigliere pentastellato Dino Alberti «oggi abbiamo avuto l'ennesima conferma che per il centrodestra lombardo la cultura non ha alcuna importanza». Per Alberti, il fatto che Galli abbia detto che i tagli «sono stati necessari» perché gli enti della Cultura «hanno ricevuto troppo dal pubblico, è la conferma che i tagli decisi da loro stessi sono davvero eccessivi e decisi senza una logica precisa».
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