Svolta Nibiru, dialogo aperto per il futuro della fiera
Intorno al progetto Nibiru Planet, il parco tecnologico pensato per il padiglione della fiera di Brescia dalla società Micromegas Comunicazione, il clima è cambiato. Lo scorso 6 maggio, con un’intervista al nostro giornale, Erminio Fragassa, presidente dell’azienda che intende realizzare l’investimento in partnership con Ubi Banca, aveva annunciato l’addio a Brescia. Dopo mesi di tira e molla, l’imprenditore aveva espresso tutta la propria amarezza per la mancata condivisione di un’operazione di sistema che porterebbe grandi benefici per il nostro territorio.
Dal 7 maggio, secondo quanto si apprende, la diplomazia bresciana si è rimessa al lavoro per tentare di riannodare le fila. In particolare, i vertici di Ubi ma anche dell’Aib hanno premuto sull’acceleratore per riprendere il confronto con Fragassa e non perdere questa occasione. La conduzione della trattativa, sempre secondo indiscrezioni, sarebbe stata ripresa direttamente da Francesco Bettoni, presidente della Camera di commercio e a.d. dell’Immobiliare Fiera, proprietaria del padiglione fieristico. Più defilato quindi, rispetto a quanto avvenuto negli ultimi mesi, il ruolo di Carlo Massoletti, che dell’Immobiliare è presidente.
La sostanziale debolezza delle offerte alternative (quelle presentate dalla bresciana Italtelo e dalla padovana GiPlanet per la prosecuzione dell’attività fieristica) avrebbe fatto il resto e ora le parti sarebbero di nuovo molto vicine. A Brescia il consenso delle organizzazioni di categoria è sempre più forte, e forse proporzionale al timore che l’immobile di via Caprera resti vuoto (alla fine di giugno, infatti, come deliberato dalla Cdc, l’attività fieristica cesserà definitivamente). Inoltre, numerosi imprenditori iniziano a comprendere il valore dell’investimento e le potenziali ricadute positive per Brescia.
Questa settimana potrebbe quindi rivelarsi decisiva. Ma il condizionale è d’obbligo perché, nei mesi scorsi, la firma del contratto preliminare è sfumata almeno due volte quando ormai sembrava fatta. E alcuni nodi devono ancora essere sciolti, a partire dalla riqualificazione energetica dell’edificio, visto che A2A non intende essere della partita. Fragassa sarebbe rimasto sulle proprie posizioni, pronto a tornare indietro solo in presenza di una condivisione e di un apprezzamento generale per un progetto che non può essere visto solo come offerta per una locazione immobiliare. Condivisione e apprezzamento che oggi sono presenti a Brescia e che lasciano ben sperare per l’esito di questo lungo confronto.
Guido Lombardi
g.lombardi@giornaledibrescia.it
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