Superbonus, nel Bresciano lavori a rischio per 970 milioni di euro
Ha rilanciato l’edilizia, sostenuto il risparmio energetico di palazzi e condomini, riqualificato il patrimonio edilizio. Ora però il superbonus è diventato una corsa a ostacoli. Tanto che Ance Brescia e sindacati stimano che nel Bresciano siano a rischio lavori e progetti per 970 milioni di euro. Un’enormità. Da qui l’appello ai parlamentari bresciani perché «intervengano in prima persona».
I nodi
La vicenda del 110% si è fatta ingarbugliata. I 33,3 miliardi stanziati dal governo dovevano bastare fino al 2036 ma sono di fatto già esauriti: le richieste hanno infatti toccato quota 33,7 miliardi. Poi lo stop alle proroghe, il caro materiali, i ritardi nei lavori e soprattutto la paralisi del sistema della cessione dei crediti d’imposta da parte delle banche, sul cui sblocco sta lavorando il Governo.
«Da oltre quattro mesi - spiega una nota congiunta di Ance Brescia, Cape, Eseb, Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil - le banche hanno bloccato l’acquisto dei crediti derivati dalle agevolazioni dei bonus fiscali. Un fattore che minaccia non solo la riuscita della normativa, ma anche l’avanzamento dei lavori delle opere già contrattualizzate o in corso di svolgimento. Le imprese edili che si sono fatte carico dei crediti fiscali con la promessa di poterli cedere in seguito, ora si trovano in una strada senza via d’uscita, con l’impossibilità di acquisire nuove commissioni e la necessità di ottenere subito liquidità per pagare fornitori e lavoratori».
Numeri
I numeri elaborati dall’ufficio studi del collegio costruttori parlano chiaro: il mercato potenziale riferito alle agevolazioni edilizie nella nostra provincia vale 1,7 miliardi di euro. Si sono già conclusi lavori per 480 milioni mentre interventi potenziali per 250 milioni non saranno realizzati perché i proprietari non paiono interessati o non possono procedere per difficoltà tecniche.
Ci sono poi cantieri a rischio per 970 milioni di euro: 380 milioni relativi a contratti in sospeso, ad esempio un’impresa che non sottoscrive il contratto perché non sa a chi cederà o potrà cedere il credito fiscale; 590 milioni di crediti in sofferenza, pari alla mancanza di liquidità delle imprese.
Quest’ultima voce comprende 195 milioni già nel cassetto fiscale delle imprese (ma andrà verificata la capienza); 177 milioni già fatturati ma che devono essere caricati nel cassetto fiscale delle aziende e 218 milioni ancora da fatturare in funzione dello stato avanzamento dei lavori (Sal).
L’appello
Insomma, «una situazione complessa» che ha spinto imprese e sindacati a scrivere ai parlamentari bresciani, «affinché intervengano per scongiurare il blocco della cessione dei crediti fiscali». Senza correttivi, si «rischierebbe di danneggiare imprese edili, lavoratori e loro famiglie, committenti, con pesanti ricadute sull’economia locale e nazionale, risollevatasi con tanto sforzo dopo un lungo e difficile periodo di crisi» si legge nella nota congiunta.
Secondo uno studio Confartigianato sarebbero a rischio, in Italia, 47mila posti di lavoro. A complicare le cose c’è che questa situazione d’incertezza ha portato molte imprese a sospendere i lavori in attesa che la situazione si chiarisca. «Il rallentamento del settore delle costruzioni rappresenta un preoccupante allarme per l’andamento economico globale che può avere conseguenze devastanti sull’economia bresciana, lombarda e italiana - prosegue la nota -. L’auspicio è che la politica possa trovare risposte adeguate e intervenga per scongiurare le gravissime ripercussioni che si potrebbero presentare».
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