Studenti fuori sede, il posto letto convenzionato è un miraggio
A Brescia i posti letto per gli studenti universitari fuori sede coprono soltanto poco più dell’8% delle necessità di alloggio. A certificarlo è il dossier sulla situazione abitativa in Lombardia stilato dall’Unione degli Universitari, che cristallizza un fenomeno a lungo sottostimato in regione: i posti letto sono insufficienti a fronte di una domanda in crescita. In città lo scenario non è peggiore rispetto ad altri centri universitari lombardi, dal momento che meglio di Brescia fanno solo Pavia (dove il rapporto tra posti e fuori sede è al 13,6%) e la centralissima Milano (con un rapporto del 9,6%).
All’ombra del Cidneo, invece, gli studenti iscritti sono 14.993, 5.087 dei quali sono fuori sede. E i posti del Diritto alla studio universitario (Dsu) messi a disposizione sono soltanto 423 (pari appunto all’8,3% sul totale). I numeri raccontano però solo in parte il fenomeno, dal momento che gli studenti dell’Università Cattolica vengono conteggiati nella tabella sulla sede amministrativa di Milano. Ma di emergenza abitativa per gli universitari a Brescia si parla da tempo negli ambienti accademici, tanto che lo stesso rettore dell’Università degli studi di Brescia Maurizio Tira aveva spiegato: «A Brescia oggi abbiamo 450 posti letto, ma non bastano. Ce ne servono almeno altri 200».
I motivi dell’emorragia vanno ricercati (anche) nei fondi limitati che arrivano da Regione Lombardia. Secondo l’Unione degli Universitari i «24,2 milioni stanziati annualmente risultano insufficienti per coprire i costi di funzionamento e manutenzione delle strutture esistenti». Inoltre, una politica di contenimento dei costi ha determinato o un forte decremento dei contributi (come nel Pavese) o una stagnazione (com’è invece accaduto a Brescia).
E l’evoluzione del contributo Dsu è evidente anche nei bilanci degli Atenei: l’Università degli Studi di Brescia, ad esempio, è passata dal ricevere 1,5 milioni nel 2014 a 1,2 milioni nel 2021, facendo registrare un costante calo delle risorse negli ultimi 7 anni. Iprivati. Vista la carenza dell’offerta pubblica, gli studenti non possono che rivolgersi al mercato privato. E le ricerche di Eurostudent dimostrano come il costo dell’alloggio per gli studenti incida sul 36% delle spese totali (addirittura il 46% a Milano). In questi casi, a venire incontro agli studenti sono le borse di studio. Ma Udu rileva che «gli studenti fuori sede beneficiari di borsa di studio ricevono 260 euro al mese per pagare l’affitto e le spese accessorie.
Un importo che appare appena sufficiente per Pavia, spesso insufficiente per Bergamo e Brescia e totalmente insufficiente per l’ambito milanese». Secondo i calcoli effettuati sul totale massimo ricevuto tramite la borsa di studio nell’anno accademico 2019/2020, uno studente fuori sede che paga l’affitto a Milano e percepisce una borsa di studio, dopo aver pagato il canone di locazione si ritrova con meno di 100 per le bollette, fare la spesa e spostarsi. Una cifra che cresce a 195 euro a Brescia.
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