Strage piazza Loggia, inchiesta sugli esecutori: chiesto il rinvio a giudizio di Toffaloni e Zorzi

Secondo l’accusa i due neofascisti ebbero un ruolo nella fase esecutiva dell’attentato
Una foto storica dell'esplosione della bomba in piazza Loggia -  Foto d'Archivio
Una foto storica dell'esplosione della bomba in piazza Loggia - Foto d'Archivio
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Indipendentemente dal suo esito, il processo di revisione chiesto da Maurizio Tramonte non è destinato ad essere l’ultimo. La strage di piazza Loggia è pronta ad inaugurare un altro capitolo della sua lunga e tormentata vicenda giudiziaria. La Procura dei minori e quella ordinaria, infatti, nei giorni scorsi hanno chiesto il rinvio a giudizio di Marco Toffaloni e Roberto Zorzi, due presunti esecutori materiali che all’epoca dei fatti avevano rispettivamente 17 e 20 anni.

Secondo l’accusa i due neofascisti ebbero un ruolo nella fase esecutiva dell’attentato. Uno, Toffaloni, sarebbe stato in piazza Loggia quella mattina (e a testimoniarlo ci sarebbe una foto); l’altro invece ne avrebbe condiviso politicamente e moralmente il mandato. «Erano una cosa sola» dicono di loro gli investigatori. Da tempo vivono entrambi all’estero: Marco Toffaloni in Svizzera, mentre Zorzi alleva dobermann nello stato di Washington, negli Usa.

«Zorzi stava a Verona e avrebbe affiancato Toffaloni» ha spiegato il procuratore aggiunto Silvio Bonfigli, che ha anche ammesso «è un procedimento difficilissimo». «L’aspetto interessante è il contesto storico che sta alla base di questa Strage» ha aggiunto il magistrato, che con la collega Caty Bressanelli ha coordinato l’inchiesta della Procura ordinaria. Dopo la chiusura delle indagini i due indagati non si sono fatti interrogare e nemmeno hanno depositato memoria scritta. «Ci saranno eventualmente due processi diversi: uno ai minori e uno in tribunale ordinario» ha spiegato il procuratore capo di Brescia Francesco Prete.

Ora si attende la fissazione dell’udienza preliminare.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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