Strage piazza Loggia: il nuovo filone in aula in primavera

Il 23 marzo udienza preliminare per Zorzi, mentre Toffaloni sarà in tribunale il 5 aprile
La fotografia scattata la mattina del 28 maggio 1974 - © www.giornaledibrescia.it
La fotografia scattata la mattina del 28 maggio 1974 - © www.giornaledibrescia.it
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Prima al Palagiustizia e poi al tribunale dei minori. Prima Roberto Zorzi e poi Marco Toffaloni. In primavera inizierà l’udienza preliminare per i due indagati ritenuti dagli inquirenti gli esecutori materiali della Strage di Piazza della Loggia del 28 maggio 1974.

L’americano

Il gup del tribunale di Brescia, dopo la richiesta di rinvio a giudizio della Procura, ha fissato per il 23 marzo l’udienza in cui dovrà comparire Roberto Zorzi, che il giorno dell’esplosione della bomba non aveva ancora compiuto 21 anni. Nato a Merano, ma cresciuto nel Veronese, oggi vive negli Stati Uniti con passaporto americano e gestisce un allevamento di dobermann che ha chiamato «Il Littorio». È accusato di concorso in strage con altri tra cui Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, per «aver partecipato alle riunioni in cui l'attentato veniva ideato, manifestando la propria disponibilità all'esecuzione dell'attentato e comunque - recita il capo di imputazione - rafforzando il proposito dei correi».

L’ex minore

È invece stata fissata per il 5 aprile 2023 l’udienza preliminare a carico di Marco Toffaloni, che sarà giudicato dal tribunale di minori in quanto il 28 maggio 1974 aveva ancora 16 anni. I 17 li avrebbe compiuti quattro giorni dopo l’attentato. Oggi Toffaloni vive in Svizzera ed è cittadino elvetico. Per il pubblico ministero Caty Bressanelli e per l’aggiunto Silvio Bonfigli che hanno coordinato la nuova inchiesta, Toffaloni il 28 maggio 1974 era in Piazza Loggia. Anche lui deve rispondere di concorso in strage perchè « allo scopo di attentare alla sicurezza interna dello Stato, appartenendo all'organizzazione eversiva Ordine Nuovo, ha collocato - scrive l’accusa - l'ordigno in un cestino portarifiuti aderente ad una colonna di portici delimitanti la piazza e nel provocarne l'esplosione cagionava una strage da cui, per effetto della violenza dello scoppio e delle schegge del cestino, derivavano la morte di otto persone e il ferimento di altre 102». Dopo la chiusura delle indagini, nei mesi scorsi, i due indagati non si erano fatti interrogare e nemmeno hanno depositato memoria scritta.

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