Strage Gornji Vakuf: lunedì l'interrogatorio di Paraga

Paraga, estradato dalla Germania dove era stato arrestato a fine ottobre, è arrivato in Italia all’aeroporto di Linate venerdì pomeriggio
PARAGA, INTERROGATORIO A MILANO
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Comincerà con l’interrogatorio davanti al Gip la settimana di Hanefija Prijic, per tutti il comandante Paraga. L’uomo accusato della morte dei tre volontari bresciani Fabio Moreni, Sergio Lana e Guido Puletti, uccisi a Gornji Vakuf, in Bosnia, il 29 maggio 1993.

Paraga, estradato dalla Germania dove era stato arrestato a fine ottobre perché su di lui pendeva un mandato di cattura internazionale, è arrivato in Italia all’aeroporto di Linate venerdì pomeriggio. Subito è stato trasferito nel carcere milanese di San Vittore, dove nelle prossime ore è previsto l’interrogatorio di garanzia davanti al Gip del Tribunale di Brescia Luca Tringali, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare per l’ex comandante di un esercito paramilitare.

Paraga è accusato di omicidio politico nonostante in patria, per la stessa strage commessa 23 anni fa, è già stato condannato: 15 anni, diventati 13 in via definitiva. Venerdì ai poliziotti ha affermato: «Temo la giustizia italiana».

Parole che hanno colpito chi alla strage di Gornj Vakuf era scampato. «Credo che Paraga tema che non ci siano per lui le giuste garanzie processuali, ma soprattutto che le autorità italiane possano fargli dire quello che ancora non ha detto. Cioè tanto». È il pensiero di Agostino Zanotti, che con Christian Penocchio riuscì a salvarsi.
Dopo l’interrogatorio è probabile che Paraga venga trasferito a Canton Mombello in attesa di un nuovo processo e a disposizione delle autorità bresciane. 

«Vedere Paraga in Italia è il completamento di un percorso. C’è un punto - spiega Zanotti - che a distanza di tanti anni ancora non mi è chiaro. Perché ha deciso di sparare? Perché ha ordinato l’uccisione di tre persone che stavano portando del bene e che già aveva derubato?».

 

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