Strage di piazza Loggia: Tramonte in aula a marzo per revisione

La Corte d’appello di Brescia ha fissato per il 15 marzo l’udienza. Il suo avvocato avrebbe atti e fotografie in grado di scagionarlo
Maurizio Tramonte al momento della presa in consegna a Fiumicino nel 2017 - Foto Ansa/Telenews © www.giornaledibrescia.it
Maurizio Tramonte al momento della presa in consegna a Fiumicino nel 2017 - Foto Ansa/Telenews © www.giornaledibrescia.it
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La Corte d’appello di Brescia ha fissato per il 15 marzo l’udienza per la richiesta di revisione del processo a carico di Maurizio Tramonte, condannato all’ergastolo per la Strage di Piazza della Loggia del 28 maggio 1974. Tramonte è l'unico condannato ancora in vita: l'altro, Carlo Maria Maggi, è morto a fine 2018.

Della nuova udicenza scrive oggi Il Giorno, sostenendo che l’avvocato di Tramonte avrebbe atti e fotografie in grado di scagionare il suo assistito, che attualmente si trova in carcere per scontare il fine pena mai nel carcere di Fossaombrone (Pesaro e Urbino).

Strage, la lettura della sentenza

Esiste un tema di competenza territoriale, che sarà discusso in aula. A Brescia, infatti, Tramonte è già stato giudicato - e assolto in primo e secondo grado, prima della sentenza definitiva di condanna - e quindi non potranno essere gli stessi giudici bresciani a rivalutare la posizione dell’informatore del Sisde. Si registra quindi un cortocircuito della giustizia e non è da escludere che potrebbe essere la Cassazione a stabilire a quali giudici spetta la competenza.

Le presunte prove

Uno scatto realizzato in piazza della Loggia subito dopo lo scoppio della bomba - Foto Eden © www.giornaledibrescia.it
Uno scatto realizzato in piazza della Loggia subito dopo lo scoppio della bomba - Foto Eden © www.giornaledibrescia.it

Per dimostrate l'innocenza del suo assitito, l'avvocato Baldassare Lauria si affiderebbe a nuove tecnologie che sarebbero in grado di dimostrare che non è lui l’uomo immortalato in una fotografia, diventata la prova chiave del processo d’appello bis e della quale lo stesso Tramonte si sarebbe vantato nel 2004 con il compagno di cella in carcere. Quel Vincenzo Arrigo, teste chiave del processo e ucciso nel 2020 dopo una lite dal coinquilino a Esine.

Lo scorso aprile Lauria dichiarava: «Un esame antropometrico sulla foto porta a conclusioni diverse. Il soggetto ritratto ha un difetto fisico che Tramonte non ha. Non è lui. Produrremo anche altre foto» ripete il legale di Tramonte. A sostenere la tesi ci sarebbero poi alcuni colleghi che in quel giorno di fine maggio di 47 anni fa avrebbero lavorato fianco a fianco con Tarmonte. «Il mio assistito era alla Acrilgraph srl di Limena, in provincia di Padova. Lavorava in questa azienda specializzata in plexiglass e che tuttora esiste. Fu assunto nel giugno 1974, ma prima lavorava in nero» è la tesi dei difensori dell’ex Fonte Tritone. Documenti che attestano la presenza in fabbrica di Tramonte il 28 maggio 1974 non ci sono, ma dei testimoni sarebbero pronti a giurarlo davanti al giudice.

Gli sviluppi recenti

A dicembre, la Procura ordinaria di Brescia e quella dei minori avevano chiuso le due indagini sulla strage di Piazza della Loggia che puntano a fare luce su chi possa effettivamente aver piazzato l’ordigno.

Quella della Procura minorile riguardava Marco Toffaloni, minorenne nel 1974 quando aveva 17 anni e che attualmente è residente in Svizzera. L'incidente probatorio effettuato su alcune fotografie dell'epoca lo aveva collocato tra i presenti in piazza quella mattina e indagato per concorso in strage. L'inchiesta della Procura ordinaria, invece, era concentrata su Roberto Zorzi, 68enne di Verona, ora residente negli Stati Uniti.

Nel settembre scorso la guida del Comitato per desecretazione degli atti sulle stragi è passata alla presidente del Consiglio, come aveva annunciato il premier Mario Draghi ai familiari delle vittime.

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