Strage di piazza Loggia, a Milano ammesse nuove prove
I giudici della Seconda Corte d'assise d'Appello di Milano hanno accolto la parziale rinnovazione del dibattimento nel processo a carico dell'ex ispettore del Triveneto di Ordine nuovo, Carlo Maria Maggi, e dell'ex fonte dei servizi segreti, Maurizio Tramonte, imputati per la strage di Piazza della Loggia dopo l'annullamento della loro assoluzione da parte della Cassazione.
Le nuove prove ammesse riguardano la circostanza della presenza di armi ed esplosivi nel casolare di Paese (Treviso), come raccontato dal defunto "armiere" di On, Carlo Digilio, e sono la testimonianza di alcuni detenuti che raccolsero le confidenze di Tramonte sul suo coinvolgimento nelle cosiddette "Trame nere" e quella di un consulente dell'accusa su alcune fotografie scattate il giorno della strage per verificare la compatibilità di una delle persone ritratte con lo stesso Tramonte, per i servizi "Fonte Tritone".
La Corte ha respinto un'eccezione di costituzionalità presentata dalla difesa di Maggi in relazione al fatto che, per i difensori, il processo si doveva celebrare davanti a una Corte d'assise d'Appello di Brescia, nonostante la Cassazione avesse deciso per i giudici milanesi in quanto a Brescia esiste una sola Corte d'assise d'Appello che aveva già giudicato gli imputati. La prossima udienza sarà il 23 giugno.
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