Strage di Monaco: «La città ha mantenuto il sangue freddo»
«Mantenere la calma è ciò che ha caratterizzato tutta la città. Nonostante il caos e la drammaticità dell'evento, siamo riusciti a mantenere il sangue freddo. Sicuramente però c'era paura, soprattutto perché si pensava al terrorismo». Sono le parole del bresciano Gianluca Pedrotti, che negli attimi della strage nel centro commerciale Olympia si trovava lì a pochi chilometri.
Originario di Barghe, nella città tedesca vive da 5 anni (dopo 5 anni trascorsi a Berlino) ed è lettore di italiano all'Università LMV. «Stavo dando lezione poco lontano dall'ateneo. Abbiamo avuto informazioni quando ormai era tutto finito. Sentivamo le sirene della polizia, ma pensavamo si trattasse di normale routine» ha raccontato. Che i mezzi pubblici fossero tutti bloccati l'ha saputo da facebook e Twitter; ha trovato ospitalità da alcuni amici.
«Appena avuta la notizia non ci volevo credere. Monaco per me è sempre rivelata una città molto sicura e tranquilla». Quella tranquillità che già adesso la capitale della Baviera sta tentando di ritrovare, anche tracciando il profilo dell’assassino: vittima di bullismo a scuola, in terapia per disturbi psichici, aveva una sorta di culto per le stragi, come quella di Utoya.
«Si nota il fatto - ha raccontato Pedrotti - che la vita sta ripartendo, pur con prudenza e accortezza. C'è sempre il pensiero che corre a quello che è successo, ma la città sta tornando pian piano alla normalità».
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