Strada chiusa, telecamere e tribunale blindato: Bossetti in aula

Venerdì inizia a Brescia il processo d'appello a Massimo Bossetti, condannato all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio
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Nella scorse sere sono comparse le prime telecamere davanti al Palazzo di Giustizia di Brescia per il racconto nelle principali trasmissioni nazionali dell'attesa di quello che viene considerato il processo dell'estate. Ma è venerdì il giorno da bollino rosso, da tutto esaurito e posti in piedi nell'aula del palazzo di giustizia dove inizia il processo d'appello a carico di Massimo Bossetti, il muratore di Mapello condannato all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio

«Il giorno 30 il Palazzo di Giustizia di Brescia vivrà la sua ordinaria attività. Naturalmente, l'attenzione di tanti per l'inizio del giudizio di secondo grado concernente l'omicidio di Yara Gambirasio, certo, non mi sfugge», fa sapere il Procuratore generale di Brescia Pierluigi Maria Dell'Osso. 

Non sarà un giorno come tutti gli altri però, almeno per quanto riguarda la gestione sicurezza. «Telecamere e macchine fotografiche vietate in aula», ha stabilito lo stesso Procuratore generale Dell'Osso dopo un sopralluogo con il presidente della Corte d'Assise d'appello Enrico Fischetti. 

Le telecamere delle televisioni potranno rimanere solamente in strada, lungo via Gambara, che venerdì sarà chiusa al traffico proprio per favorire il posizionamento dei furgoni-regia delle tv. 

L'ufficialità del blocco del traffico sulla via del tribunale bresciano arriverà nelle prossime ore attraverso un'ordinanza del questore. 

Il processo sarà aperto al pubblico, alla stampa, ma nessuna immagine è stata autorizzata e Massimo Bossetti sarà fatto entrare in aula dall'ingresso sotterraneo. 

«La decisione della corte di non far entrare in aule le telecamere giuridicamente non fa una grinza perché viene opposta una mancanza di un interesse pubblico superiore alla conoscenza. Anche se io personalmente sono sempre favorevole perché chiunque può vedere cosa avviene durante il processo», il commento dell'avvocato Claudio Salvagni, legale di Massimo Bossetti. 

«L'ho visto in carcere pochi giorni fa. È carico e convinto di riuscire a far emergere la sua innocenza», ha aggiunto. 

Nell'aula 64 a pian terreno del Palagiustizia di Brescia, quella intitolata ad Agostino Pianta, procuratore della Repubblica di Brescia, ucciso il 17 marzo 1969, non sarà possibile entrare nemmeno con i telefoni cellulari che saranno sequestrati da carabinieri prima della porta d'ingresso all'aula. Rafforzato anche il servizio di sicurezza all'interno del tribunale dove aumenterà il numero di carabinieri in servizio.  

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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