Spese «pazze» in Regione: stralciati gli ex assessori

Stando alla ricostruzione degli inquirenti i soldi pubblici, che sarebbero stati spesi illecitamente ammontano a 3,4 milioni di euro
Spese pazze in Regione: dieci bresciani coinvolti
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La Procura di Milano ha chiuso l’inchiesta nei confronti di 55 ex consiglieri regionali, 9 ex assessori e un collaboratore accusati di peculato nell’ambito dell’inchiesta sulle spese «pazze» poi rimborsate dal Pirellone. Stando alla ricostruzione degli inquirenti i soldi pubblici, che sarebbero stati spesi illecitamente ammontano a 3,4 milioni di euro.

L’avviso di conclusione delle indagini è stato firmato dal Procuratore Aggiunto Alfredo Robledo e dai pm Paolo Filippini e Antonio D’Alessio ed è stato notificato mercoledì dalla Guardia di Finanza di Milano. A riceverlo sono in tutto 64 persone. Se si esclude un consulente, tutte le altre sono indagate esclusivamente in qualità di consiglieri sia della maggioranza che dell’opposizione nell’era Formigoni.

Per le spese effettuate, invece, in qualità di assessore, la Procura ha ritenuto di non contestare alcun reato. Da ciò la richiesta di archiviazione per 20 ex assessori di cui nove, però, sono rimasti nell’indagine per i rimborsi percepiti come consiglieri.

Le richieste di archiviazione riguardano Viviana Beccalossi (Agricoltura), Raffaele Cattaneo (Infrastrutture), Romano La Russa (Industria), Stefano Maullu (Protezione Civile e Polizia Locale), Valentina Aprea (Istruzione).

La Procura ritiene che «le spese» effettuate durante il loro mandato fossero formalmente «sostenute da giustificazioni adeguate fornite dall’amministratore prima della presentazione di richiesta del rimborso». Il Procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dai pm Paolo Filippini e Antonio D’Alessio nella loro richiesta di archiviazione per gli ex 20 assessori non hanno mancato di sottolineare che anche alcune delle loro spese risultano «connotate da circostanze anomale, singolari» e «caratterizzate da inopportunità, sproporzione o incongruenza contabile» ma che «sono astrattamente riconducibili alle tipologie e causali di spesa consentite dalle regole vigenti».

Nove di questi hanno comunque ricevuto l’avviso di chiusura indagine. Tra le persone finite sotto inchiesta ci sono Renzo Bossi e Nicole Minetti. E poi Davide Boni, ex presidente del Consiglio Regionale, Massimo Ponzoni, Franco Nicoli Cristiani, Monica Rizzi, Romano Colozzi, Massimo Buscemi, Stefano Galli e Giulio Boscagli per la maggioranza. Per l’opposizione invece ci sono Chiara Cremonesi, Luca Gaffuri, Carlo Spreafico ed Elisabetta Fatuzzo.

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